Come se non fosse bastato tutto il resto, si sa che siamo bravi a dimenticare, come se non bastasse tutto il resto ora tocca al canile. Non era un megaprogetto del tipo uaterfronte (che si sa quando comincia ma non si sa quando finisce) o portimarcianesi (della moltiplicazione dei pani e dei pesci), si trattava solo di un ricovero per cani randagi, gli ultimi, se vogliamo, nella scala sociale, quelli che se la vedono con i randagi umani, a frugare nei cassonetti, a battersi per un rifugio di lamiera, a ululare alla luna. Finito, stoppato, chiuso. Se mai qualcuno ci ha creduto ora arriva l’agnizione, il disvelamento, la verità.
‘Un c’è stato né l'interesse né la voglia.
Manca la voglia, siamo indolenti, pigri, malfidati, forse in altre (ma chissà quali?) faccende affacendati. I protagonisti del piccolo, insignificante, ultimo trascurabile disastro locale hanno già nella memoria la giaculatoria di scuse e accuse autoassolutorie, la colpa non è mia ma di quell’altro, non nostra ma vostra, se tu avessi fatto, se lui avesse detto.
Otto alberelli disseccati. Il 21 e 22 tagliamoli.
grunf