Nella mattinata di Domenica ha cessato di vivere a Rimini, a 78 anni, Bruno Paternò, il notissimo personaggio, per anni "direttore" e gestore dell'Hotel Airone e di altre strutture ricettive isolane, dopo una lunga carriera punteggiata dall'operare nei poli turistici nazionali ed internazionali.
Imprenditore dotato di vivacissima intelligenza e spirito critico, Bruno sarà ricordato soprattutto per il suo impegno nell'orientare le politiche dell'accoglienza verso la diffusione dell'immagine "dell'isoletta verde e blu" (espressione da lui coniata), comprendendo in concretezza, quanto le risorse ambientali e paesaggistiche dell'Elba, e la loro salvaguardia, fossero il principale "valore aggiunto" che la nostra isola poteva spendere.
Al figlio Francesco che Bruno ha lasciato a "presidiare ospitando" il nostro scoglio ed a tutti i suoi familiari le condoglianze del nostro giornale.
Fin qui la "dovuta (triste) notizia" ma a Paternò mi legava anche una vera amicizia che mi spinge oggi a ricordarlo, fuori dai canoni, per qualche altro rigo... e non voglio raccontare fatti lacrimosi perché lui non sarebbe d'accordo.
In politica eravamo agli antipodi lui a destra io a sinistra, ma scoprimmo di avere una singolare identità nel giudicare il valore dei diversi "personaggi", di tutti gli schieramenti, che si affacciavano sulla (spesso farsesca) scena socio-politica insulare .
Entrambi avevamo il gusto della "presa per i fondelli" (magari lui più fine, io più rustico) ed i nostri purtroppo non frequentissimi incontri, sovente si trasformavano in un divertentissimo ma motivato spettegolare.
Ci univa anche una comune "amicizia" - molto virgolettata - con un valoroso padrone dei vapori, da cui ricevemmo, unitamente a Fabrizio Prianti, una gentilissima citazione giudiziaria, in ragione di uno scritto di Bruno (che avevamo pubblicato) sul meraviglioso sistema di collegamenti che tutto il (terzo) mondo ci invidia, anche se ne uscimmo senza danni (uno a zero per noi).
Si divertì molto a vedere come avevo allestito (per un pranzo importante e ufficiale) una sala per un nutrito gruppo di "maggiorenti", distribuendo i posti ai diversi tavoli con un pizzico di perfidia, destinando a pranzare gomito a gomito, in qualche caso soggetti che si sarebbero più volentieri inforchettati a vicenda, o allontanando dai papaveri chi più voleva omaggiarli etc.
Poi però in due minuti mi sfece l'opera, ridistribuendo i segnaposto in modo che la pace prandiale fosse assicurata, perché era un grande professionista, e non si scherza con i santi e col lavoro.
Così lo ricorderò
Ciao Bruno