Gino: Pronto, pronto, Alfredo come stai?
Alfredo: oh Gino che sopresa sentirti ar telefano! Ora sto abbastanza bene.
Gino: Ho saputo dalla mi’ moglie ch’hai preso l’influenza.
Alfredo: deh, stai zitto! M’è venuta la febbre, ho cominciato a tossi’. Ho pensato subito d’ave’ preso ir virusse cinese. Ma poi ir mi’ dottore m’ha tranquillizato. Ho avuto solo un po’ d’influenza. Ma tu sapessi che strizza ch’ho avuto!
Gino: Lo credo. A proposito del virusse, ma lo sai cosa m’è successo stamani? So’ andato alla posta pe’ paga’ la bolletta dell’Enel e m’hanno detto che ‘un potevo entra’ e che dovevo aspetta’ ir mi’ turno fori. Faceveno entra’ la gente uno alla vorta. Ma ti rendi conto? Con la sciroccata che c’era a sta’ a aspetta’ fori in fila indiana! Così un anziano come me rischia di andassene all’altro mondo, mica pe’ ir virusse che ci hanno rivogato i cinesi, ma pe’ ‘na bronco pormonite.
Alfredo: e te ch’hai fatto, sei rimasto fori a pigliatti lo scirocco?
Gino: cor cavolo! Me ne so’ venuto? No, sto’ lì a aspetta’ ir mi turno. E’ bene ch’aspetti l’Enel. Hai saputo che hanno chiuso le scuole?
Alfredo: sì l’ho saputo. La mi’ moglie è preoccupata, ha paura che ir Papa chiuda anco le chiese. Ma, Gino, cambiamo un po’ discorso che co’ questo virusse, a senti’ tutti i giorni la TV, m’è venuto “il maspito”, come diceva il povero Bobbe. Cosa ne pensi dello Zini che vole sega’ più di cento pini sulla strada di San Giovanni?
Gino: ma, che ti devo di’, se so’ davvero pericolosi, fa bene a buttalli giù. Ma io ‘un so’ mica tanto convinto. In quest’ urtimi tempi si so’ levate certe ventolate che, s’erano davvero messi male, quarche pino doveva veni’ giù e invece hanno retto tutti. Semmai pericolosa è la strada.
Alfredo: Hai ragione. Chi era in Comune, prima d’accetta’ che la strada diventasse comunale, doveva chiede alla Provincia di sitemalla, d’asfartalla, di rifacci la segnaletica, metteci dei rallentatori e magari anco du’apparecchi pe’ controlla’ la velocità de’ veicoli, fa’ una rotatoria ar bivio pe’ Lacona e falla ammodo, andando a rosica’ un po’ di terreno da quarche privato, tu m’intendi, se no ir casino del traffico d’estate ‘un te lo levi. E se quarche pino è proprio messo male lo buttino giù. Ma tutti, anc’a me, mi sembra un’esagerazione.
Gino: Staremo a vede’cosa succede! Intanto noi pensamo a riguardacci, assennò alla nostra età rischiamo d’esse “ segati” come i pini. Stamocene ar cardo in casa e rivedemoci alla “stagion dei fiori”. Ner frattempo ci si pole telefona’.
Alfredo: so’ d’accordo. Dicono che se esci di casa e incontri quarcuno ‘un poi abbracciallo o stringeli la mano. Noi, che semo abituati a fa’ du’ chiacchiere su ‘na panchina o ar barre si dovrebbe sta’ a un metro di distanza e se anco di più è meglio. E così su una panchina rischiamo d’une stacci e poi, siccome l’orecchi ‘un ci funzionano più tanto bene, è capace che ‘un ci sentimo nemmeno. Sai, invece, cosa si potrebbe fa’ pe’ passa’ questa buriana? Proponemo ar Sindacato pensionati d’organizza’ una gita in Cina. So’ sicuro che, di questi tempi, anco co’ la nostra poca pensione, ci si potrebbe permette si prenota’ una suitte in un arbergo di lusso a pensione completa.
Gino: sì, e poi, ner pomeriggio, capace che di danno gratisse ir the co’ biscotti. O ‘un di’ cazzate Alfredo! Stamocene a Portoferaio da’ retta e sentimoci ar telefano. Però famo che quarche vorta mi chiami te, se no mi costi più dell’orzo di Pianosa.