Napoleone Murzi, piaggese, classe
Avvicinandosi il referendum sul Comune Unico mi sento sempre più come Napoleone Murzi che credeva di votare contro il proprio personale interesse.
Mi spiego: mi sono sempre sentito radicalmente di sinistra, quindi quasi destinato a risultare minoranza in un’isola a maggioranza conservatrice, un comprensorio dove solo in parte e per incidenti storici si parla toscano, ma che con la Toscana Rossa non ha culturalmente molto a che vedere, essendo caso mai assimilabile ad una sorta di scheggia di meridione proiettata a Nord.
Quando facevo l’apprendista comunista ci fu addirittura un lungo periodo nel quale la DC prendeva 8 comuni su
Poi cominciò ad andare un po’ meglio, il voto complessivo politico degli elbani ci vedeva quasi sempre sotto, ma ogni tanto la concorrenza si suicidava candidando degli elementi “ingiovibili”, si direbbe in queste plaghe, inaccettabili perfino da loro medesimi, o autosputtanandosi in feroci sbudellamenti interni che ci consentivano di dare una zampata in qua e una in là, pur rimanendo complessivamente sotto nel numero delle “vittorie” comunali.
E’ però chiaro come il giorno che una volta che si andasse a costituire il comune unico, sarebbe molto aleatorio sperare in passi clamorosamente falsi della destra, che perdendo perderebbe in un colpo solo “tutto il cocuzzaro”, e quindi l’eventuale sbaraccamento degli otto pollai ridurrebbe le potenzialità di governo della sinistra almeno su frazioni (anche importanti) del territorio.
Perché quindi voterò per il Comune Unico, per masochismo? Niente affatto, per iniziare voto SI per ragioni zoologiche. Nei pollai sono due le specie animali che ci si ritrovano particolarmente bene: le galline, con la loro proverbiale acutezza di pensiero, la loro apertura mentale e visione del mondo, e le mardole (martore per i foresti) che di tanto in tanto ivi si fottono qualche gallina. E’ interessante anche notare come i citati pollini nell’immediato, quando entra la mardola in casa loro, facciano un casino dell’ottanta, e levino alte grida al cielo, ma anche, grazie alla memoria storica di cui dispongono, consumato lo scempio da cinque minuti, come tornino pacificamente a razzolare nella loro merda.
Voto SI perché gli otto pollai sono una fonte di spreco, una fonte di disorganizzazione, aumentano le occasioni di corruttela della classe amministratrice; voto SI perché non ho alcuna ambizione di ritagliarmi una fetta di potere e non mi interessano poltrone né sgabelli, ergo nemmeno devo (si perdoni il francesismo) votarmi i coglioni a costruire artificiosi e barocchi ragionamenti (ma la legge… ma il commissario… ma tre e non uno… ma la mi’ nonna ‘un vole…) nel tentativo di ammantare di decenza la mia pollina ambizione e/o il mio egoismo mardolaio e/o il mio gretto localismo legaiolo e/o la mia intenzione di rompere i coglioni e di gettare deiezioni di gallina su tutto quello che dalla Regione proviene, per partito o movimento preso.
E sempre a proposito di decenza voto SI perché se è giusto che siano i conservatori e non la sinistra a governare quest’isola nella sua interezza, la destra abbia occasione di esprimere una leva di amministratori più selezionata e migliore di quella, mediamente molto “scarcagnata”, che fino ad oggi ci ha proposto.
Per uno come me che da trenta e passa anni va raccomandando che si abbattano steccati ora medievali ora ottocenteschi che non hanno ragion d’essere alcuna, se la mia isola e la mia gente perdessero il treno che passa tra domenica e lunedì sarebbe, inutile negarlo, una cocente delusione, ma poiché ritengo che ciascuno di noi abbia il dovere di vivere nella cronaca, ma pensarsi sempre come elemento, seppur minimo, della storia, nello sciagurato caso, da martedì sarò ancora qui a rompere le palle, a contestare il trionfo pollino.