L'altro giorno, rispondendo alle mie preoccupazioni meteo, mi hai fatto venire alla mente la risposta che dette il Sindaco Cecchi al Prof. Cesare Bettini, detto "Betto", che, come Segretario del PSDI, in una riunione dedicata al Programma di fabbricazione del Prof. Giuseppe Campos Venuti, chiese al Cecchi se sapeva quale poteva essere "lo sviluppo socio-economico di Portoferraio nei prossimi 20 anni". Colto di sorpresa il Cecchi, con lo sguardo, chiese aiuto al Campos che non accettò l'invito perché la risposta era necessariamente di natura "politica". Poi si rivolse al suo fidato consigliere Ing. Benedetto Provenzali che fece finta di non aver capito il disperato invito. Infine il povero Giovannino, con tono piuttosto risoluto, si rivolse al Bettini con questa frase: " Deh Betto, so un cazzo io!!". Il Betto, che aveva evidentemente capito di aver chiesto troppo al Sindaco, si dichiarò, scherzosamente soddisfatto. Si concluse così la riunione con una risata collettiva e il PdF fu portato, dopo pochi giorni, in Consiglio comunale ed approvato, precisamente adottato, se non ricordo male, all'unanimità.
Qualunque sia il tempo (atmosferico) buone cose.
Giova'
Caro Giovanni
Il ricordo di quel "so un cazzo" destinato a restare fulgidamente impresso nella storia ferajese, mi ha suggerito una riflessione "socratica": in fondo quella del Sindaco Cecchi era una apprezzabile professione di umiltà, informata al "più so e più so di non sapere".
Ora non vorrei fare la figura di quello che, carico di anni, rimpiange il bel tempo che fu, non accorgendosi che quando si stava peggio, si stava oggettivamente peggio, e migliore (nel senso di più giovane, più speranzoso e meno disilluso) all'epoca vagheggiata era solo lui, il nostalgico.
Però...
Però è pure vero che una volta, magari anche attraverso la frequentazione dei tanto vituperati "partiti" (di ogni segno), una comunità che sicuramente era mediamente meno istruita di quella attuale, operava una selezione e si sforzava di farsi rappresentare al meglio, nelle istituzioni, nelle associazioni etc.
Temo che un Platone dei giorni nostri, trascrivendo le sentenze di qualche supposto "maestro", si ritroverebbe quasi a parafrasare in rima: "più non so, e più la do a bere".
Mi sbaglierò, ma mi pare che - più che per spirito di servizio - a contendersi il potere (anche minimo) sempre più numerosi siano i rappresentanti di due componenti della società: i furbi interessati e gli ambiziosi sciocchi, che sono anche più pericolosi.
Spero Giovanni che questo sia solo un periodo di "risacca storica", a cui segua un nuovo potente cavallone gonfiato dall'energia delle nuove generazioni.
Spero che l'ondata arrivi quanto prima, con la consapevolezza che il fare onestamente politica è tra le più nobili attività per un essere umano, che è pensabile un nuovo ordine sociale che salvi, in solidarietà senza razze e confini, il bello, la giustizia, il lavoro, le nostre terre e il pianeta, e che pulisca le miserie del nostro quotidiano.
In questo futuro (né mio né tuo, ma... pazienza) io ci credo.
sergio