Con il pronunciamento del Sindaco di Marciana Marina si completa un "quadro di versante": tutti i comuni dell'Elba Occidentale (dove "risiede" e prospera anche la totale popolazione dei non meno dannosi mufloni) chiedono nei fatti che si metta decisamente mano al problema della proliferazione dei nocivi.
Cresce anche il numero di soggetti istituzionali e privati che contestano la "grande sciocchezza" del dichiarare l'Elba area vocata alla caccia del cinghiale, e sale la pressione sulla Regione e sugli altri Enti Locali perché si giunga a ripensare il provvedimento ed affrontare l'emergenza con soluzioni anche drastiche e mezzi adeguati.
E' ormai chiaro a chiunque, che pensare di puntare sull'attività venatoria come elemento di riequilibrio è illusorio, le capacità di cattura dei cacciatori appaiono risibili se confrontate a quelle di riproduzione dei "porcastri da bersaglio" (da loro importati) che dovremmo perfino smettere di chiamare "cinghiali".
La Regione deve rivedere i propri deliberati, gli enti locali, in concerto, debbono (e urgentemente) elaborare quel piano di eradicazione degli ungulati nocivi dall'Isola che lo stesso Ministro dell'Ambiente Sergio Costa si è detto favorevole a finanziare.
SR