Attraverso un’osservazione della società europea contemporanea si nota un cambiamento nei rapporti di coppia. Sta lentamente affiorando alla luce il diritto ad avere molti amori. Si calcola che nella moderna ed evoluta Europa, più del dieci percento dei bambini, sono nati da rapporti extraconiugali e crescono con un padre che non è il loro, pur pensando di esserlo.
In questo orizzonte di futuro mutamento socio-culturale, la posizione del c.d. sesso debole è conservativa, in quanto mentre da una parte si assiste al martirio delle donne attraverso il “femminicidio”, monta tra le stesse la loro ostilità verso i maschi. Basta vedere come vengono trattati i maschi nei divorzi, sia dal punto di vista economico sia nella brutale determinazione al controllo esclusivo della prole.
Le donne guardano al tema della fedeltà o infedeltà maschile da un punto di vista “reazionario”. La fedeltà monogamica è economicamente utile alle donne in quanto le garantisce. Vi è una battaglia di retroguardia e ci si aggrappa ad un passato in procinto di sparire, dove si glorifica con ferocia l’indissolubilità della coppia, proprio perché questa è in stato di emergenza.
I segnali di cambiamento si possono leggere nelle odierne famiglie allargate, dove si intravede la futura poligenitorialità, un avvicendarsi di madri e padri. I figli saranno allevati da un unico genitore o da altre coppie, ed i genitori biologici potranno condividere le responsabilità educative con i nuovi compagni o con gli ex, con gli ex degli ex e con estranei.
Tutto pare muoversi in tale direzione, comprese le pratiche di procreazione assistita, che condurranno a separare sempre più la riproduzione dalla sessualità e dall’amore. Questo a lungo termine. Basta osservare i giovani dove vige una sessualità svincolata dall’amore e legata all’amicizia. In Italia si parla di “scopamici”.
Enzo Sossi
Gentile Sig. Sossi
Non entro nel merito di quanto lei tratta, immaginando che forse qualche reazione non entusiastica potrebbe riceverla soprattutto da parte de "l'altra metà del cielo", forse per un suo "eccesso colposo di legittima difesa del bistrattato maschio".
Mi permetta quindi solo qualche breve annotazione linguistica.
Credo, per iniziare, che il neologismo "scopamici" sia orribile, non solo eticamente, rappresentando una sorta di reificante banalizzazione di atti, non solo fisiologici, che una loro bellezza e nobiltà ce l'hanno.
"Scopamici" supera nella mia personale classifica del "lemma disgustoso" perfino l'"apericena" (il cui inventore meriterebbe un'esemplare punizione, tipo trattamento con il Gatto dalle nove code, o con la Vergine di Norimberga - vedi foto) e perfino il vomitevole "piuttosto che", usato con l'accezione di "e anche", in luogo di "invece", che ogni volta che ascolto mi spinge irrefrenabilmente a chiosare: "piuttosto che 'sto cazzo!", espressione non certo raffinata, ma credo commisurata allo strazio della lingua italiana che si compie.
Taccio, per stavolta, degli inutili e ridicoli anglicismi, altrimenti facciamo notte, mi limito a stigmatizzare l'odiosità mimica del sottolineare l'abusata espressione "tra virgolette", graffiando l'aria con due dita di entrambe le mani.
Sia chiaro, non credo che tutti i neologismi vengano per nuocere: "femminicidio" (che pure lei usa) ad esempio, anche se talvolta è scelto impropriamente (l'assassinio della moglie o compagna di vita si dovrebbe definire meno genericamente "uxoricidio" pure perché aggravante giuridica), va a coprire una lacuna lessicale la cui gravità ci è stata dettata (purtroppo) dalle cronache.
La saluto
sergio rossi