Gli anni ’80 erano altri tempi, in tutti i sensi, e quella rivalità gomito a gomito, tra Nilo e Oreste, faceva da contorno a quello che era lo straordinario clima dell’epoca.
Un clima di aggregazione e fratellanza.
Memorabili cene estive alla Consumella a casa del Meloni, fuori in giardino, con dozzine di invitati, praticamente la spiaggia intera della Padulella che, al crepuscolo, dal mare si trasferiva in blocco lì, dove ognuno portava qualcosa.
Ed erano menù alla volée ma faraonici: gigantesche tegamate di stoccafisso, acciughe, cozze, pescato del giorno ecc… e zuppiere di panzanella e riso freddo andavano e venivano.
La brace, vabbè, quella non manca mai.
E per concludere, la sagra del dolce: innumerevoli torte, crostate e dolciumi vari, ancora caldi e profumati di sfornata (li facevano sul momento), imbandivano le tavole e deliziavano i palati.
Quelle cene prendevano spesso - e molto volentieri - la piega della serata danzante: spostavano i tavoli e, a tempo di musica, facevano quattro salti nel piazzale.
Ogni tanto andava la volante della Polizia a far presente che insomma, tutto quel casino a tarda ora, magari non era il caso di farlo.
Anche dal lato opposto della strada (da Oreste) non scherzavano mica, c’era meno spazio e dunque meno gente, ma non scherzavano nemmeno lì.
E gli sfottò erano all’ordine del giorno.
Ma non erano sfottò plateali e di cattivo gusto, tipo quelli di oggi dove la gente sbraca sui social e offende, senza nemmeno la censura.
No, no, quella era roba fine, di classe.
Come ad esempio quando il Capo Bianco vinse una gara ed Oreste, al tramonto, celebrò il trionfo issando fuori di casa la bandiera dell’Italia con sotto un drappo bianco/nero, i colori sociali del Capo Bianco.
Nilo, per tutta risposta, ci lavorò sopra (non metaforicamente, proprio fisicamente) tutta la notte insieme al figlio.
La mattina dopo, al risveglio, Oreste si ritrovò, davanti alla bandiera, una garitta costruita ad arte con dentro un soldato di cartapesta, vestito da marinaio, impettito sull’attenti a fare il saluto militare.
Oppure quando da una parte veniva sparata a tutto volume la hit di Orietta Berti “Fin che la barca va” e dall’altra replicavano, sempre attingendo da Orietta Berti, con “La barca non va più”.
Era uno scozzo continuo ed andava bene così, erano i favolosi anni ‘80.
Quella magica formula dell’aggregazione/fratellanza aveva però un bug, un tallone d’Achille, un effetto collaterale, nel senso che spesso - e molto volentieri - nell’ambito del Palio remiero si scatenava un putiferio.
Perché non era mica come al giorno d’oggi, dove anche soltanto una parolina in un post può innescare un dispendioso (economicamente) meccanismo legale che sfocia in tribunale dopo anni.
Prima non era così, assolutamente.
Le faccende si risolvevano seduta stante faccia a faccia e, se del caso, dalle parole si passava ai fatti senza tanti complimenti, né successive carte bollate.
Se le davi, le davi. Se le prendevi, shhh, silenzio, te le tenevi.
Epiche cazzottate - intercomunali prevalentemente, le cose venivano fatte in grande - sono ancora nella memoria di svariate persone, impossibili da rimuovere.
Oh, se quella che ci fu al Rodeo (che con le barche c’entra marginalmente, poiché “solo” durante i festeggiamenti per vittoria del Palio), me l’hanno rammentata subito, per prima, in diversi e con la stessa versione, un motivo ci sarà.
Sintetizzando in un rigo, la versione è più o meno questa: Padulella vs comitiva di turisti vs resto del locale. Un amorevolissimo tutti contro tutti che al confronto, nel far west, erano damigelle.
Non so come spiegarlo, ma vedete, il punto è questo: da che mondo è mondo le litigate sono parte integrante di un Palio, qualsiasi esso sia, a terra o a mare.
Ecco, venendo a noi, la cazzottata era il tracimare della litigata, una poco oxfordiana ma genuina sfumatura di quella che era la tradizione remiera elbana.
Continua…
Michele Melis
Didascalia foto
- Nilo impegnato alla brace.
- La spiaggia delle Ghiaie dopo l’arrivo di una gara di Palio.
- Uno storico equipaggio della Padulella.
- Arrivo vittorioso della Padulella a Marciana Marina.
- L’equipaggio del Capo Bianco.
- Immagini di una premiazione (equipaggio del Grigolo).