A Dormoferraio sembra che si debba votare nel 2020, di tutto si parla fuorché, in termini concreti, delle elezioni amministrative che ormai si terranno a mesi, con tutte le debolezze politiche cittadine (chiamarle “forze” suonerebbe come una maestosa presa di culo) che si rispecchiano perfettamente nell’antico detto ferajese: “MI sembri più confuso che persuaso”.
La prima manovretta l’aveva compiuta il PD con una sostituzione del vicesindaco che sembrava dettare già le future alleanze; l’ultracentrista iperliberista Zini (Ichino al confronto è Mao Dze Dong), che diventava vicario (e quindi già semi-investito come successore) di Peria, più che una strizzata d’occhio ammiccante era un tentativo di adescamento con tanto di susina esposta alle intemperie verso i potentati economici e gli azionisti del voto conservatore nel capoluogo elbano.
Tanto più che l’allora sfolgorantemente caricchiano Partito Democratico coglieva due piccioni con una fava (e trattandosi di PD, asbsit iniuria verbo) disinnescando Cosetta la quale, capace, poco portata all’intrallazzo, stimata dalla gente, sospettosamente ben vista pure da sinistra da SEL, (con la quale per il PD rompere pareva un imperativo categorico), e in più, vista la numerosa discendenza, inequivocabilmente donna, se fosse giunta a fine mandato come vicesindaco, non poteva essere bannata nella corsa alla Biscotteria.
Ultimamente però le azioni di Zini sarebbero in ribasso, e si parla di una candidatura Giuzio, ma se è vero che una legge non scritta afferma che nel consiglio di Cosmopoli un rappresentante della famiglia Scelza ci deve comunque essere, è anche vero che i discendenti di Mario Pompei Scelza sono sempre stati fermati dal destino cinico e baro ad un passo dal gradino più alto del podio.
Nel campo (si fa per dire) avverso non si ha ancora sentore di un ricompattamento delle sparpagliate truppe berlusconie, ed anche il disperato punzecchiare di Marini con le sue interpellanze fotocopia più che una strategia di opposizione, la base della costruzione di un’alternativa di governo, è parsa un leopardiano “ronzio di un'ape dentro un bugno vuoto”.
Se il PD è un partito fantasma o meglio il fantasma di un partito che fu, per mettersi in contatto con qualcosa o qualcuno che rappresenti acconciamente il “pensiero di centro” e quello di destra non bastano neppure un tavolino a tre zampe ed un esperto nella comunicazione con gli ectoplasmi.
Figuriamoci che la migliore pensata fino ad oggi prodotta e fatta circolare sarebbe quella relativa alla candidatura al soglio del Capoluogo Elbano di Francesco Pecos Bill Bosi, vale a dire proporre che ci guidi in questo 21° secolo un uomo del ‘900 che ragiona come uno dell’’800. Se l’ex-sindaco piaggese desse concretezza ferajese anche soltanto ai suoi deliri demografici saremmo a rimpiangere la Pardosalescafieropoli di Via Carducci, l’impestata di case in Val di Denari, il pullulare di nuove ville, villette, ampliamenti e deturpanti recinzioni sulla costa nord dalle Ghiaie a Sottobomba e l’opera tutta “parigina” di Roberto 1° il Cementificatore, Gattaia compresa.
Né alcunché di credibile sembra emergere dai mondi “alternativi” comitateschi e/o grillini, utilissimi in alcuni casi per denunciare manchevolezze (e pure ingiustizie e scandali) del sistema, ma per loro stessa natura incapaci (almeno fino ad oggi) di formulare una complessiva proposta di governo (nel caso “locale”). Per dirla brutalmente il”movimento” non ha né le teste, né il fisico, né soprattutto una strategia organizzativa globale che lo renda elettoralmente potabile alle amministrative e non credo che oggi come oggi valga all’Elba in voti amministrativi più di quanto ha dimostrato altrove .. anzi ..
E allora che si fa, “ammucchiamo”, come si usa dire da queste parti ?
Io una mezza idea ce l’avrei pure, ma i quattro interessati a conoscerla dovranno pazientare fino alla pubblicazione del prossimo A Sciambere.