Anita, che compirà 5 anni a Dicembre, disegna cantando.
Le note sono quelle di un'antica nenia marcianese, probabilmente nata come una ninnananna, di cui ha il ritmo:
"Bonasera signora Castagna
le ho portato una soma di legna
io non voglio nulla nulla
un paio di scarpe pe' la mi' fanciulla
un po' di pane, un po' di cacio
un po' di semola per el mi' asino
un po' di ciccia vitellina
per domenica mattina..."
E' "memorina" e intonata la bimba, non sbaglia una parola, e non sbaglia una nota né il tempo, di quella strana delicata canzoncina, che lei ha sentito cantare da Daniela Soria, ma che nella mia di memoria è stata impressa, quasi 70 anni fa, da una marcianese che aveva più o meno gli stessi colori di Anita: capelli ed occhi chiari.
Sì, Anita, frutto di un paciugo cromosomico plurigenerazionale, multiregionale (dalla Sicilia all'Austria), ha virato verso i caratteri più "nordici", cresce da bionda con gli occhi azzurri, come sua sorella Frida, come il padre, certamente, ma pure come tanti isolani D.O.C. che allignano nel versante occidentale, cromatismi da donna lombarda o meglio "longobarda", come quelli di tanti marcianesi-longobardi tra i quali c'era una sua bisnonna Rosina, da cui le giunge quella canzone. Ma tutto questo Anita non lo sa.(cit.)
Non sa che suo nonno è stato uno di quei perditempo che per anni ha fatto collezione di "canzoncine" popolari, ragionandoci anche sopra, e pure scrivendoci, come fossero cose "serie", magari capaci anche di darci informazioni sul nostro passato.
Anita non puo' sapere che, prima di quella di Daniela, un'altra splendida "voce" aveva cantato su un palcoscenico la "pedagogica" presa in giro dell'avidità di chi portava "la soma di legna": quella da contralto, quasi "scura", di Doriana Castaldi.
Castaldi... Castaldi, Marcianesi, Longobardi, Castagna... shakeriamo un po' in testa il tutto e vediamo cosa ne viene fuori.
Forse (ma dico forse) ho capito; quel "Signora Castagna" non mi aveva mai convinto, ho sempre pensato ad un adattamento del termine suggerito dall'assonanza con "legna", e anche dal disuso del lemma originario, poi del tutto dimenticato.
Buonasera signora "CASTAGNA" non ha molto senso, diverso sarebbe se l'originale "omaggio" ligneo fosse stato rivolto alla "Signora Castalda", cioè alla consorte del Castaldo (gastald in tedesco), un dignitario-amministratore longobardo... devo parlarne con chi ha studiato più di me, magari Silvestre Ferruzzi può giudicare se la mia ipotesi è peregrina o può avere fondamento.
In tal caso le origini di quella nenia le potremmo collocare, almeno per una parte del testo, molto indietro negli anni, in un tempo davvero remoto.
Ma Anita, delle nonnesche-ninnanannesche elucubrazioni non si cura, e continua a disegnare e canticchiare "Bonasera signora Castagna..."