Un antico adagio recita: "Scherza coi fanti (che qui si intende con il significato di "bambini") ma lascia stare i santi", ma sarebbe opportuno lasciare stare, oltre i beati, anche i demoni, gli spettri del passato, non scherzarci.
Venerdì 8 ottobre all'iniziativa "Festival dello Sviluppo Sostenibile, promosso da ASVIS" sul tema "Miniere - Mines", il primo cittadino di Rio Marco Corsini, collegatosi in videoconferenza, ed introducendo il dibattito, ha esordito:
"Vi mando un saluto romano - pausa ad effetto con sorrisino furbetto - e poi: "Nel senso che sono a Roma".
Con tutta probabilità il sindaco lazial-riese pensava di aver detto qualcosa di simpaticamente buffo, una spiritosa battuta, capace di stimolare almeno il sorriso se non l'ìlarità dell'uditorio. A noi invece è parsa un'uscita di basso profilo, non di cattivo, ma di pessimo gusto, e non solo.
Infatti non si può liquidare i saluti romani e i fascisti come fenomeno folcloristico; abbiamo sperimentato nelle ultime ore, proprio a Roma, quanto vivo, violento, eversivo e vile sia lo squadrismo dei nostri giorni, quanto resti attuale il monito di Bertold Brecht "... il ventre da cui è nato è ancora fecondo".
Sia chiaro comunque che nessuno contesta (in questa sede) a Corsini i suoi metodi e risultati di governo buoni o meno, né tantomeno il suo felice e legittimo essere uomo della destra, la sua storia più datata (di membro della Giunta Alemanno a Roma), e quella più recente con l'endorsement con foto dei candidati di Fratelli d'Italia (assieme al collega capoliverese Montagna) più che parlare, squillano.
Quello che Corsini, a nostro sommesso avviso, non può permettersi, in veste istituzionale, sono le battute sugli spettri come il "saluto romano" o il fascismo, che sono argomenti talmente seri, da essere trattati come il male primigenio dalla nostra Carta Costituzionale.
Che cosa dobbiamo aspettarci? Che in consiglio comunale qualcuno se ne esca con un "Eia-eia alalà!" seguito da un: "Ahahah stavo scherzando.."? Che risate, quando si ride...
Fossimo tra i non pochi riesi, sinceramente democratici, ergo antifascisti, che hanno sostenuto e votato Corsini, chiederemmo delle scuse per questa gaffe.
Per fortuna direttamente non ci compete.