Molti anni fa, non ricordo da chi, ci arrivò un "floppy disk" (antico supporto informatico) che conteneva un programmino a metà tra lo scherzoso e il lugubre.
Funzionava così: si inseriva una serie di dati sulla longevità dei propri parenti, abitudini alimentari, consumi di tabacco e alcol, ed altri parametri antropometrici e su stile di vita.
Alla fine il programma faceva apparire sullo schermo del monitor un'immagine grossolanamente stilizzata di una tomba con su scritto il proprio nome e le fatidiche date di nascita e quella del presunto decesso.
Ricordo esattamente che, per quanto mi riguardava, avrei dovuto liberare il pianeta della mia presenza, secondo quel rozzo nonno degli algoritmi, il 9 settembre dell'anno 2020, curiosa maniera per festeggiare un onomastico (esiste anche un San Sergio, perfino Papa!) di cui non mi ero e sono mai curato.
Sono ovviamente sopravvissuto alla profezia, anche se il 2020, sul capitolo specifico, è stato un anno da scongiuri mica da poco!
Orbene l'ho presa un po' alla larga ma resto in argomento; reduce dalla somministrazione del "booster" (la terza dose del vaccino che richiama il nome di un motorino) ed approfittando del forzato stop di Elbareport, ho trascorso una mezza mattinata a zonzo, fermandomi a pillaccherare con amici che non vedevo da mesi.
Con uno di loro la conversazione è caduta proprio sul tema dei vaccini, ma ad un certo punto un terzo che assisteva, evidentemente schierato con "l'umanità scettica" (stamani sono buono), se ne usciva con la seguente frase:
"... sì ma sapete una sega voi di cosa vi succederà tra dieci o quindici anni!"
Immediatamente mi è tornata in mente la profezia e mi è quasi sfuggito un pensiero a voce alta:
"... beh sai che c'è, io su altri quindici anni quasi quasi ci faccio la firma!"
Ma più brutale è stato il primo amico:
"... dé ma te quanti n'hai d'anni, 77 no? e quanto cazzo voi campa'?"