Inizia la mia nuova avventura in quel di Elbareport che si struttura e si cadenza, somigliando ad un impegno (in primis con me stessa, perché per me scrivere è un grande piacere). Mi svincolo dunque dal pressappochismo del passatempo dietro al quale nascondo le mie parole e mi avventuro in una piccola rubrica, un appuntamento con chi, tra i lettori, avrà il piacere di leggermi e di condividere qualche pensiero.
Il Sabato del Villaggio è il nome che ho scelto per questo momento mio, che cade di sabato e che in qualche modo si allaccia anche a una leopardiana memoria, trasformata dal mio sentire. Ovvio che, per una che si chiama come me, la donzelletta che vien dalla “Campagna”, possa avere attinenze immediate ma, al di là dell’ironico gioco di parole, c’è dell’altro.
Mentre la celebre opera di Leopardi è una riflessione sulla vanità dell’ attesa del piacere, che in realtà la vita non offre se non in giovane età in forma effimera e quasi fine a se stessa, il mio andare per il mondo (scrivendone) è un invito a non vivere di attese ma di presente, a cogliere la bellezza degli attimi (ché, si sa, la felicità è nelle piccole cose: nel profumo del pane caldo come nell’abbraccio di mia figlia quando torna da scuola: conviene realizzarlo, per non correre il rischio di vivere una vita in attesa, anziché in gratitudine). Il Sabato del Villaggio rappresenta quindi per me un appuntamento settimanale nel quale esorto a vivere il momento, riconoscere la bellezza che ci si presenta davanti, esprimere gratitudine per quanto abbiamo, anziché malumore per quanto potremmo avere. A fare da sfondo alle mie riflessioni, sempre lei, l’isola d’Elba che profondamente amo e che, nel suo farsi metafora esistenziale, mia iuta a sviluppare uno sguardo più consapevole sul quotidiano.
Francesca Campagna