Purtroppo, e devo dire purtroppo, sono una persona perbene e quando mi viene rivolta qualche accusa, anche se palesemente infondata, interrogo la mia coscienza che, se permettete, non esito a definire adamantina, la quale sempre mi assolve. Così è andata anche stavolta, con quella disgraziata storia del conflitto di interessi. Esaminata a fondo tutta la questione, rivoltata la mia vita come un calzino, posso affermare in tutta sicurezza che nella mia vita questo preteso conflitto non c’è. Come posso essere in conflitto con i miei interessi? Anzi, li ho sempre perseguiti in armonia, senza dubbi o tentennamenti.
Se dobbiamo proprio essere pedanti posso concedere che un certo artificioso disaccordo venga creato ad arte con i pretesi interessi degli altri, dei soliti quattro perditempo invidiosi che non vorrebbero farmi costruire qualche villetta dove voglio, o che vada a a fare il dirigente per l’azienda di un concessionario che dipendeva da me quando ero un pubblico funzionario, o che addirittura si lagnano quando affido i beni pubblici a imprenditori privati senza quella che i soliti noti chiamano pomposamente trasparenza. Io la trasparenza la vedo tutta, se mi conviene affidare a tizio piuttosto che a caio un bene che ho il diritto di amministrare a mio piacimento visto che il popolo mi ha eletto lo faccio, con linearità e coerenza. E dov’è il conflitto?
E’ vero piuttosto che se una storia che mi interessa mi va dritta sono in pace, sereno e anche un po’ più tranquillo dal punto di vista economico. A dirla tutta temo proprio che il conflitto stia nelle teste di quelli che i propri interessi non sanno farli e si riempiono la bocca di paroloni come legalità, rispetto, beni comuni senza capire che questi, che generosamente mi adatto a definire concetti, sono la causa vera dei conflitti.
Stupisce davvero che ci sia ancora qualcuno che li ascolta.