Carta perde carta vince…, non siamo a Porta Portese o in qualche vicolo napoletano, siamo a Livorno, dove prende forma l’abracadabra dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar tirreno Settentrionale dedicato alla riesumazione del disgraziato progetto di ampliamento del molo Alto Fondale.
L’operazione creativa in grado di mutare una sonora bocciatura in una brillante autorizzazione si delinea quando l’A.P., a pandemia in corso, fruendo del “Decreto semplificazioni” del 16. 07. 2020, ripropone, nello stesso 2020, in pratica la fotocopia del progetto Alto Fondale bocciato senza appello nel 2007 dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. E così coglie pure la magica opportunità offerta dal “silenzio assenso” la norma secondo la quale, in mancanza di risposte dalla Pubblica Amministrazione in un tempo definito, la richiesta fatta si ritiene approvata.
Sarebbe infatti logico che il CSLLPP riesamini la proposta confermandone, conseguenzialmente, la bocciatura, ma una serie di “coincidenze” calzano a pennello con i disegni dell’A.P.
Casualmente, la ripresentazione al Consiglio Superiore l’identico progetto bocciato nel 2007 in un momento, per così dire, favorevole. Quando? Alla fine di luglio del 2020.
Soffermiamoci per un momento sui tempi: il 16 Luglio 2020 viene approvato il D.L. 76 (Semplificazioni). Il 28 dello stesso mese di Luglio, 8 giorni dopo, con uno sprint che rimarrà nella storia delle Pubbliche Amministrazioni, l’antico progetto viene ripresentato, è stata cambiata soltanto la data.
Ma, considerato che, dopo 45 giorni dalla domanda di approvazione scatta l’agognato “silenzio assenso” ecco che le ferie agostane, delle quali gode ovviamente anche il CSLLPP, di giorni se ne mangiano una trentina cosicché fra protocollazione, assegnazione della pratica eccetera i 15 giorni rimanenti volano via in un batter d’occhio burocratico.
Il giorno 11 di settembre 2020 L’A.P. dunque brinda, convinta di avere in tasca l’approvazione ai sensi, appunto, del Decreto Semplificazioni. La magia è fatta, il “pacco” preparato ai cittadini di Cosmopoli è confezionato. Il Comune di Portoferraio, dal canto suo, non si era posto alcuna opportuna domanda sulla ripresentazione di un progetto già bocciato, semplicemente e pilatescamente aveva già dato, nel 2019, il suo “parere di non contrasto”. Forse si era, come spesso succede, di nuovo appisolato.
Ma tutto è stato confezionato “a norma delle vigenti leggi” e quindi “tutto va ben Madama la Marchesa”.
Peccato che, se il prolungamento dell’Alto fondale, per inequivocabile parere del CSLLPP era tutt’altro che un Adeguamento Tecnico Funzionale nel 2007, non lo possa diventare, nemmeno dopo il fantasioso tentativo di trasmutazione alchemica, 15 anni dopo.
Al di là di tutte le scappatoie e gli aggiramenti che leggi frettolosamente formulate offrono a privati cementificatori assatanati, incuranti del bene pubblico, fa specie constatare come un identico, intollerabile modus operandi sia stato fatto proprio da una importante pubblica amministrazione quale è l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale che evidentemente considera Portoferraio come una lontana colonia da strapazzare a proprio piacimento, senza minimamente considerarne l’importanza storica e paesaggistica, nonché la vulnerabilità ambientale, e lo stesso Consiglio Superiore del Lavori Pubblici come una ininfluente compagnia di perditempo.
E, se possibile, ancor più spiace che l’Amministrazione Comunale, che di Portoferraio dovrebbe essere la gelosa custode, non abbia, quando avrebbe potuto, “contrastato” la furbesca ma pericolosissima operazione.
briganteemezzo