Sì come nella nota storiella blasfema, che non riporto per non offendere altrui sensibilità, questa è proprio una pasquaccia, e non occorre che lo sancisca Colui che è, come usano appellarlo i dotati del dono della fede in un essere soprannaturale, di qualsiasi declinazione, e con esso almeno in una giustizia certa ultraterrena.
Una Pasquaccia soprattutto per chi, trascorsi - tutto sommato decentemente - quasi tre quarti di secolo in vita, ha solo il diritto/dovere di preoccuparsi di un futuro che sarà suo solo per un breve tratto.
Questo ho pensato sentendo le voci allegre dei bambini di casa che scartavano l'uovo di Pasqua, bambini enormemente più fortunati - al momento - di altri che in questo ora sono sottoposti ad indicibili sofferenze, e perfino perdono la vita in questa collettiva follia che è la guerra, una delle tante che hanno insanguinato il mondo, nella nostra indifferenza, ma che troviamo più orribile delle altre solo perché brucia vicino al nostro sacro pasciuto culo occidentale.
Pasquaccia.
Pasquaccia perché si è spento il lume della ragione, perché se affermi di essere assolutamente contrario all'uso delle armi, se dici che non vuoi che si portino altri strumenti assassini, dove già il fratello spara al fratello, ti ritrovi immediatamente arruolato d'ufficio tra le file di un nauseante satrapo moscovita (che dice di voler "denazistificare" e puzza di fascismo sostanziale da mille leghe), diventi putiniano senza passare dal via, tu sia un Sommo Pontefice o un infimo sergiorossi, non fa differenza, per chi si mette l'elmetto prima di parlare (e spesso straparlare) a lauto gettone nei Talk-Show, per discettare sui sacri valori da difendere, scordandosi che il più sacro dei valori umani è consentire al prossimo l'esistere ad ogni costo sia esso colpevole o innocente.
Pasquaccia perché il verbo per troppi è: si scannino loro pure fino all'ultimo uomo, donna, bambino, e noi speriamo che ce la caviamo, noi giudichiamo e sentenziamo, noi magari ci facciamo su i soldi, e magari ancora pulendoci la coscienza, pulendoci l'impotenza, con tele-atti pietosi, che vanno a sommarsi indistinti con quelli dei semplici che li compiono perché ci credono, perché vogliono alleviare le sofferenze di un popolo:
Un adagio latino recita che ciascuno è artefice della propria fortuna, ma in questa Pasquaccia verrebbe particolarmente voglia di commentare "stocazzo", perché il mio, e il destino di coloro che amo di più, lo stanno decidendo lontano, lontanissimo dal quotidiano della gente comune.
Pasquaccia perché i registratori di cassa dei mercanti di morte tintinnano, e tintinnano pure in quel Bel Paese che ha scritto in Costituzione che ripudia la guerra.
Cari 12 lettori che avete fin qui seguito, non sono in animo di mandare auguri, ma un malaugurio a chi se lo merita sì, e prendo a prestito delle parole scritte un mare di anni fa, quasi quaranta prima che terminasse lo scorso millennio, da un poco più che ragazzino ebreo: Robert Allen Zimmerman, che aveva assunto come nome d'arte, quello di un grande poeta: Dylan Thomas che curiosamente proprio in questo scoglio aveva un po' soggiornato e molto - come suo costume - bevuto.
Quel "pischello" americano, a cui un giorno avrebbero conferito un Nobel, scrisse e cantò spietati versi di fuoco (perché ogni tanto, nel loro piccolo, come le formiche, anche i pacifisti si incazzano), questi:
Venite signori della guerra
voi che costruite i cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite le bombe
voi che vi nascondete dietro muri
voi che vi nascondete dietro scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere
Voi che non avete mai fatto altro
che costruire per distruggere
giocate con il mio mondo
come fosse il vostro giocattolo
mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dal mio sguardo
e vi voltate e scappate lontano
quando volano i proiettili
Come Giuda dell'antichità
voi mentite e ingannate
Volete farmi credere che
una guerra mondiale può essere vinta
Ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
così come vedo attraverso l'acqua
che scorre nella mia fogna
Voi armate i grilletti
perchè altri sparino
poi vi sedete a guardare
il conto dei morti farsi più alto
Vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue di giovani
fluisce fuori dai loro corpi
ed è sepolto nel fango
Voi avete sparso la paura peggiore
che si possa avere
la paura di mettere figli
al mondo
Per minacciare il mio bambino
non nato e senza nome
non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene
Cosa ne so io
per parlare quando non è il mio turno?
Potreste dire che sono giovane
potreste dire che non sono istruito
ma c'è una cosa che so
sebbene sia più giovane di voi:
nemmeno Gesù perdonerebbe mai
quello che fate
Lasciate che vi faccia una domanda
il vostro denaro è così potente
che pensate potrà
comprarvi il perdono?
Io penso che scoprirete
quando la Morte chiederà il suo pedaggio
che tutto il denaro che avete fatto
non riscatterà la vostra anima
E spero che moriate
e che la vostra morte arrivi presto
Seguirò la vostra bara
nel pallido pomeriggio
Veglierò mentre siete sepolti
nel vostro letto di morte
e siederò sulla vostra tomba
finchè sarò sicuro che siate morti
Bob Dylan