Racconterò il peccato, non il peccatore e neppure il beffato dal peccato.
Qualche annetto fa un tizio che se ne andava a piedi e sotto la canicola estiva, a bordo strada, 100 metri dopo il bivio di Mola, e vide un macchinone che si accostava ed il cui conducente gli chiedeva gentilmente: "Scusi per Naregno?"
La risposta giusta sarebbe stata: "Torni indietro 100 metri e giri a sinistra verso Capoliveri, ancora pochi metri e sempre a sinistra trova l'indicazione"
Ma il perfido pedone, guardando all'interno dell'auto, aveva scorto sul sedile posterione un noto, anzi notissimo, politico, che gli stava quanto mai sulle palle, e allora rispose: "Eh è un bel pezzo da qui; faccia così: continui dritto per questa strada, passi Porto Azzurro e prenda per Rio Elba, da là cerchi la "Strada della Parata" e arrivi fino a Cavo, lì è quasi a Naregno... domandi".
Il conducente ringraziò al pari dell'augusto trasportato e ripartì per quel "Giro di Peppe" che non so se percorse fino in fondo, rendendo compiuto lo scherzo indubbiamente stronzo ma creativo.
Qualcuno obietterà, cose d'altri tempi: prima dell'era dei TomTom e prima che delle comode applicazioni non trasformassero il nostro cellulare in un prezioso strumento, capace di guidarci sicuro con voce gentile verso qualsiasi meta...
Sì, a patto però di non compiere errori esiziali in fase di impostazione, come chiedere la via più breve o di evitare autostrade, esattamente come mi è accaduto qualche settimana fa, "navigando" tra Emilia e Lombardia, alla ricerca (disperata) di una cittadina che non si profilava mai, nonostante la obbediente percorrenza di viali e viuzze tra i campi dedicate a cosmonauti, padri della patria, cineasti, finché, dopo buoni 45/60 minuti spesi a transitare nel vegetato piatto nulla padano, non mi è sfilato sulla destra un minimo agglomerato di case con tanto di inconfondibile pollaio.
Ho dovuto allora ricacciare indietro calde lacrime e un urlo che mi veniva su dal cuore, o forse dalle viscere, o forse ancora da più giù:"Datemi una cartina topografica, cazzo!"
"Vabbé cose che capitano agli spaesati elbani in continente..." dirà qualcuno.
Eh no, perché pure da noi, i "social viari" colpiscono. Lo sapete, secondo loro, qual'è la strada più corta, ergo indirettamente consigliata, per raggiungere Marciana dalla Marina? Ma quella della Costarella! E così quella pericolosa strettissima salita da Mortirolo (o discesa rompicollo) oltre che da chi ne avrebbe titolo (i residenti), è percorsa da un viavai di auto, tra le quali i mai abbastanza lodati SUV (utilissimi ed ergonomici veicoli di oltre una tonnellata e mezza, essenziali per condurre cinquanta chili di signora a comprare due etti di prosciutto, sciagattando asfalto sotto i mordaci ruotoni).
Ai disorientati foresti non ce la sentiamo di suggerire di affidarsi ciecamente ai consigli degli indigeni, che c'è sempre il rischio di imbattersi in un altro elemento (magari un cugino) simile a quello della prima indicazione di Naregno. Costui, al tapino che avesse appena superato il bivio di Procchio e che chiedesse indicazioni per Marciana Marina, potrebbe rispondere: "Giri qui a sinistra verso Fonte al Leccio poi prosegua per Campo, continui per Seccheto, Fetovaia, Pomonte, Chiessi, La Zanca, Marciana e Poggio, da lì è facile, è tutta discesa..."