Gentile Direttore, vengo ora a conoscenza di quanto inviato da U. Mazzantini l'11 giugno in risposta alla mia mail pubblicata in data 10 Giugno. La misera pochezza delle argomentazioni del Mazzantini non meritano altro che qualche breve commento:
1) Non ho nulla di personale contro Mazzantini, ma devo rilevare che Il tono astioso del Mazzantini e la rabbia che trasuda dai riferimenti ai proprietari di seconde case (invidia ?? rabbia sociale mal riposta ?? ) non hanno alcuna attinenza con il reale problema che molti cittadini e il sottoscritto hanno sollevato.
2) Confermo che purtroppo Legambiente (cambia tutto se scritto così....!? ) si è distinta ancora una volta per immobilismo e incapacità : lo dimostrano i fatti e a poco servono i penosi equilibrismi verbali del Mazzantini.
3) Esistono (si informi, caro Mazzantini) trattamenti mirati e preventivi che consentono di limitare il fenomeno lamentato.....basta metterli in atto per tempo.
4) Le pittoresche testimonianze di vita e gli struggenti ricordi degli antenati non c'entrano proprio con la materia discussa....ma questo è tipico di chi non ha argomenti concreti.... Penso che non valga la pena discutere ancora.
Mi auguro piuttosto che gli Enti preposti e la Regione Toscana abbiano preso atto del grave fenomeno che abbiamo lamentato e possano prendere per tempo gli accorgimenti atti a evitare/limitare questo problema.
Ringrazio e porgo cordiali saluti, Alberto Arnavas
Gentile Dott. Arnavas
Di solito assicuro il diritto di replica, e non di ri-replica, per evitare di albergare polemiche lunghe come la proverbiale "camicia di Meo". Chi parla per primo ha il vantaggio di parlare per primo, chi per secondo quello di chiudere, poi stop.
A maggior ragione dovrei applicare tale comportamento, nel caso di che trattasi, con le sue considerazioni su Umberto Mazzantini e Legambiente che giungono (a beneficio dei lettori ricordo sul caso della lymantria e collegati fastidi) a distanza di un mese dai fatti: sono stati più rapidi i lecci a rimettere da soli le foglie brucate dai noiosi bachi che lei a farci giungere le sue preziose ulteriori considerazioni.
Tuttavia visto che da alcuni decenni ho frequentazioni quotidiane sia col disinformato ed invidioso cialtrone con cui polemizza, sia con quell'accolita di disutili inerti che lei giudica sia Legambiente, mi corre l'obbligo di segnalarle anche alcune mie informazioni.
Umberto è sicuramente la persona più frugale che conosco: è proprietario di un'unica modesta casa alla Marina e non mi risulta ne invidi altre, non possiede un'auto (neppure ha la patente) e ficcargli in tasca il primo tardivo cellulare è stata quasi un'impresa. Per quanto sia e sia stato un uomo "di potere" ricoprendo pure importanti incarichi a livello nazionale in quella sciamannata combriccola del Cigno verde, che ha visto impegnati (tra gli altri) Ermete Realacci, Chicco Testa e Paolo Gentiloni, e sia da sempre nella dirigenza del PNAT, ed in assemblee elettive, nessuno può adombrare il minimo dubbio sulla sua personale ed intellettuale onestà.
Umberto ha sempre vissuto del suo lavoro: di operaio prima di giornalista (ambientale) poi. E' unanimentente considerato il maggior conoscitore dell'ambiente elbano, prova ne siano, se non altro, le decine e decine di interviste richiestegli da media nazionali ed internazionali. Ha un carattere un poco ruvido e per questo "divide" e a qualcuno non risulta simpatico, d'altra parte personalmente nutro diffidenza verso coloro che si sforzano di piacere a tutti.
Dal suo scritto, signor Arnavas, trapela, il giusto orrore che prova nell'apprendere che il suo interlocutore è indubbiamente un uomo della sinistra, ma guardi che spesso il sapere o non sapere, l'essere capaci o meno, non sono questioni di bandiera, altrimenti non si spiegherebbe perché, a suo tempo, quel bolscevico-maoista di Ruggero Barbetti, allora Commissario del Parco, gli avrebbe affidato il ruolo di consulente...
Temo inoltre, edottissimo signor Arnavas che anche in tema di contrasto alle specie invasive e nocive e dalle azioni da intraprendere. e non (come opportunamente Sindaco di Marciana e Regione NON hanno fatto, visto che le "devastate" piante si sono già rimesse a posto autonomamente) Mazzantini ne sappia parecchio più di lei, pur non ostentando la stessa sicumera.
Ultimo: mi sovviene ora che il primo (temporaneo ed inadeguato) presidente del Circolo elbano di Legambiente (più di 30 anni fa) aveva gli stessi nome cognome di chi firma questo giornale.
Forse sarà stato un caso di omonimia, sicuramente Signor Arnavas lei è cascato male, ha preso, come si dice qui, una "patta a rospo".