Ho letto con interesse e condividendone le conclusioni quanto scrive SR a proposito delle responsabilità degli amministratori e della tendenza dei critici più pedanti ad accusarli di qualsiasi nefandezza avvenga nel creato - A Sciambere di Caprassellino e del tirare la martinicca - .
Ho letto anche quanto scrive il sindaco Zini a proposito dell’attività svolta dall’Amministrazione negli anni passati - Portoferraio: l'amministrazione risponde alle affermazioni sul degrado della città -.
Non è poco anche se può risultare ancora insufficiente a imprimere a Portoferraio una svolta percepibile anche dai normali cittadini o dai visitatori occasionali. Credo però che quanto è stato fatto potrebbe essere davvero compreso dall’opinione pubblica come ben (o mal) fatto se la comunicazione e la condivisione diventassero pratica abituale nelle scelte e nei modi di attuare le proprie risoluzioni, anche di quelle non gradite o perlomeno di non facile comprensione.
Mi riferisco ad un episodio forse minore ma concretamente significativo, tale da rivelare come un intervento su di un bene pubblico non possa prescindere dal racconto di come e perché quell’intervento sia stato deciso e realizzato.
Verso la fine dello scorso luglio il circolo locale di Legambiente chiede spiegazioni al Comune in merito alla improvvisa capitozzatura di un albero, una fitolacca, a dimora all’esterno dei giardini delle Ghiaie - Capitozzatura selvaggia a Portoferraio. Le domande di Legambiente al sindaco Zini -. La foto (che riproponiamo NDR) che correda la richiesta di spiegazioni è piuttosto raccapricciante se pensiamo che un albero si nutre oltre che attraverso le radici anche a mezzo dei rami e delle foglie. E’ noto inoltre che tale pratica è definita inutile e nociva dalla letteratura scientifica di settore, tale da rendere la pianta privata della chioma un essere vivente (se regge) fragile e potenzialmente pericoloso.
A tutt’oggi i chiarimenti richiesti risultano non pervenuti.
Il silenzio, vogliamo credere per disattenzione, dell’Amministrazione ha dato il via a voci e malignità tali da influenzare ancor più negativamente la percezione del suo operato.
Anche se di errore si fosse trattato, probabilmente ammetterlo scusandosene potrebbe essere la scelta meno equivoca.
briganteemezzo