Non sarò presente (e me ne dispiaccio) al Congresso - Festa del quarantennale di Legambiente ora dell'Arcipelago Toscano. Problemi di salute sovrapposti ad impegni di lavoro mi impediscono la fisica presenza.
Ma quello che voglio inviarvi non è un saluto formale, di maniera, vi mando solo qualche riga di riflessioni.
E' vero la memoria storica è importante, ed è opportuno che qualcuno, almeno per sommi capi ripercorra il cammino di un'associazione che ha saputo resistere e radicarsi sul territorio, guadagnandosi la dovuta reputazione di operatività, serietà ed attendibilità, fino al rispetto anche da parte di molti che l'avevano sminuità, osteggiata, perfino combattuta.
Ma lascio il compito di rammentare i momenti più tesi e anche dolorosi di questo quarantennio, e quelli della soddisfazione di aver compiuto un buon lavoro, ad altri che ne sono stati maggiormente protagonisti.
Vorrei parlare brevissimamente di altro, partendo da una "canzonetta" quella di Pierangelo Bertoli che recita "canterò le mie canzoni per la strada - ed affronterò la vita a muso duro - un guerriero senza patria e senza spada - con un piede nel passato - e lo sguardo dritto e aperto nel futuro". Si è una canzonetta, ma anche una descrizione sintetica della "cifra", delle caratteristiche di un rivoluzionario gentile, deciso cambiare in meglio, per quel che può, il piccolo e il grande mondo che ci contengono.
E c'è in questo tempo un disperato bisogno di muso duro, perché sotto attacco è la natura, è la pace, è la libertà per tutti, è quello che un tempo si definiva "internazionalismo" e che potremmo chiamare "fratellanza del genere umano".
Ma siamo anche prossimi al passaggio del testimone, e la mia generazione deve correre i suoi metri finali dando tutto quello che può ancora dare, è vero, ma lo sguardo dritto e aperto nel futuro ce lo devono soprattutto avere altri, che ci sono e ci saranno, perché sono convinto che i giovani, i bambini che stanno crescendo, stanno venendo su con una acuita sensibilità ambientale.
Sapranno essere più "guerrieri senza spada" di quanto lo siamo stati noi, e per patria avranno davvero il mondo intero.
Sergio