Carissimo Elbareport qualche giorno fa la tua cronaca riportava la nascita dei renziani locali. Lì per lì ho pensato ad un nuovo ordine monastico come, si fa per dire, i francescani o i benedettini. Leggendo però il comunicato ho capito che non di questo si trattava. Risultano invece essere alcuni iscritti ad un partito nazionale che si richiamano a tale matteo renzi, fiorentino. Volendo essere pignoli avrebbero dovuto chiamarsi renzini, come del resto quelli di grillo si sarebbero dovuti definire grilloni ma tant’è, non credo sia il caso di sottilizzare. Avventuratomi dunque nella attenta lettura del comunicato, nella certezza di poter individuare alcune ragioni concrete che avessero reso necessaria la nascita di questa, non so come chiamarla visto che il termine corrente sembra inviso ai fondatori, compagnia? associazione? setta? per cominciare ho intuito che il senso di appartenenza dei soci è piuttosto solido, tanto che essi dividono il mondo in renziani e non renziani (così almeno è definito l’attuale segretario del loro stesso partito, circolo di pf il quale sembra, per l’occasione, aver addirittura prodotto un documento nel quale spiegava il suo essere, per l’appunto, non renziano). Ma a me, francamente, delle ragioni del non renziano importava poco, la mia curiosità era tutta focalizzata su quelle dei renziani e, di buona lena, ho continuato la lettura.
Mi sono eccitato scoprendo che quello era il primo di “una lunga serie di incontri e iniziative” finalizzate, sintetizzo, al rinnovamento e al miglioramento del paese (encomiabile, ho pensato, anche se è abbastanza raro che qualcuno programmi una “lunga serie di incontri e iniziative” finalizzate al peggioramento e all’invecchiamento del paese). Sicuramente sarebbe seguita una esposizione delle idee e dei programmi necessari a conseguire il risultato. E infatti sono entrato nel vivo. O almeno sembrava, quando mi è stato spiegato che un partito progressista non può ”basare la sua politica su parole chiave quali storia, tradizione, radici” (e pensare che io, fino ad allora, ero convinto del contrario! – non si finisce mai di imparare). Bene, mi sono detto, ci siamo. E infatti in breve siamo arrivati al, anzi ai punti focali. Come un torrente in primavera le idee dei renziani si sono manifestate. Essi vogliono un partito progressista (sono d’accordo: neanch’io voglio un partito regressista), di sinistra (qui hanno ragione, lo vuole più di mezza italia), aperto (non ho capito bene ma ho pensato al Bar della Bionda di pf che non chiudeva mai), plurale (su questo punto ho qualche problema: “un partito” è evidentemente singolare) e, da ultimo, contendibile (il vocabolario online Treccani dice: In economia: relativo a società che può essere acquisita sul mercato in regime di libera concorrenza – della politica non parla). Ora che finalmente il quadro è delineato, per i dettagli e altre bazzecole non ci resta che attendere fiduciosi la fine della “lunga serie di incontri ed iniziative”.
il mitile ignoto