"Rimediare" nel gergo dei vitelloni di allora stava a significare il compimento di una conquista estivo-amorosa, e l'Amerikano (non ricordiamo perché così lo avevamo soprannominato) tentava di farlo pavoneggiandosi alla guida di una spyder rossa, chissà come e da chi avuta in prestito.
Una ghiotta occasione gli si parò davanti in forma di due leggiadre fanciulle che stavano a bordo strada con il pollice alzato alla ricerca di un passaggio.
Salite a bordo, quella incastrata dietro i due posti canonici, dopo un po', iniziò la conversazione.
"E' tua 'sta macchina?"
"Certo!"
"Scusa e perché ha la targa svizzera?"
"Ahem - improvvisò il nostro che aveva avuto i natali e anche le pasque ferajesi - perché so' svizzero!"
"Ah sì? e di dove in Svizzera?"
"Eh... so' di Innsbruck ..."
"Come Innsbruck? Innsbruck non è in Austria?"
"Scusa mi so' sbagliato ... volevo di' di TOBRUK!"
Ora finché la favata toponomastica restava nell'arco alpino... ma inventarsi un sabbioso e assolato ventisettesimo "Cantone Libico Africano", da sommare a quelli noti d'Elvezia, era troppo.
Così l'interrogante ragazza (che in seguito doveva raccontare la vicenda) pensando di avere a che fare, non già con uno spudorato millantatore, ma con un matto in piena regola, disse:
"Ah ecco noi siamo arrivate, facci scendere qui"
Orbene l'altro giorno apprendendo dell'ennesima gaffe di uno che va per la maggiore in questo sfortunato Paese (non diciamo chi è, ma i suoi tratti somatici richiamano vagamente l'Uomo di Neanderthal), ci è scappato da pensare:
"Se l'Amerikano fosse sempre tra di noi minimo minimo sottosegretario lo facevano".
Nella foto - d'epoca - uno scorcio della ridente cittadina svizzera di Tobruk