La rubrica "a sciambere" ha un suo carattere provocatorio ed anche benefico per molti aspetti. tuttavia credo possa essere concessa una piccola puntualizzazione.
L'intervento per la pulitura delle scogliere non è terminato, quindi, se "a sciambere" giustamente tiene alta la tensione perchè dovremo pur riflettere, tutti, su livelli di educazione e senso civico dei nostri tempi, forse vale anche la pena di avere un minimo di comprensione per chi si adopera per porre rimedio, magari anche un po' di pazienza per poi valutare l'esito finale dell'intervento.
Mauro Parigi (Dirigente Area III Comune di Portoferraio)
Gentile Architetto
La ringraziamo intanto per averci degnato di una risposta, cosa che non ci accade frequentemente, nonostante che di “critiche stimolanti”, rivolte a TUTTE le pubbliche amministrazioni (isolane e non, magari su questioni meno emblematiche ma ben più sostanziose delle imbecillissime scritte) ne produciamo un enorme quantitativo, non facendo niente di speciale, perché la funzione di qualsiasi libero organo di informazione è quella di fare un po’ il “cane da guardia” dei cittadini, e non come purtroppo accade, il trombettiere delle loro maestà.
Circa la pazienza ci viene in mente una storia che si raccontava molti anni fa relativa alla disavventura di un frate che si trovò a compiere la traversata del bozzo, su uno dei “legni” a vela e motore che affiancavano i rari “vapori” in linea tra Piombino e l’isola nel portare all’Elba soprattutto merci ma anche qualche occasionale passeggero.
Accadde che durante il tragitto il tempo volgesse improvvisamente al brutto e il bastimento fosse squassato da forti ondate.
L’equipaggio prese a governare in condizioni fattesi improvvisamente critiche, con il timore che il carico si spostasse, agendo concitatamente e lasciandosi (porco di su.. maiala di là…) andare al pronunciamento di espressioni non proprio devote.
Il frate per suo conto, piuttosto spaventato era in coperta, e si era ancorato con le braccia all’albero maestro, limitando il suo ministero a ripetere: “Eh! Pazienza ragazzi ..” ogni volta che sentiva un’imprecazione.
Ma accadde anche che una pesante carrucola di legno lasciata per disattenzione “in bando”, per il beccheggio ed il rollio del bastimento, dopo aver a lungo oscillato, andasse a colpire violentemente il frate tra il collo e la nuca (nella regione anatomica definita dagli Ilvati anche “ceppicone” o “topezzo”) procurando al sant’uomo un forte dolore.
L’equipaggio, che mai se lo sarebbe aspettato, sentì esplodere un altro sostanzioso moccolo, ma passati gli attimi della sorpresa, ci fu chi prese la palla al balzo e parodiò:
“Eh pazienza padre!”
“Pazienza un cazzo! – replicò il religioso – Quando ci vole, ci vole!”
Per dire, scomodando il nostro omonimo Catilina (Assessore, Ca-TI-lina Lucio Sergio .. la Schezzini non c’entra) e quel palloso di Cicerone, che potremmo pure, nel caso di specie, portare pazienza per il compimento di quest’opera restauratoria; ma è ugualmente incontestabile che voi, classe a titolo vario governante (o sgovernante) questa città, tra quel che avete fatto (Gattaia, abbattimento del Capannone Ex-ATL, new-town di Val di Denari), quello che non avete fatto (Villa Romana delle Grotte ad es.) e quello che probabilmente avete in capo di fare (Pardosalescafieropoli di via Manganaro Piazza Pietri, degrado e svendita del Palazzo Coppedé del porto), della nostra pazienza avete già abusato.