Un polverone di cartaccia e sacchetti ovunque…così la sig.ra Pacini inizia un lungo quaderno dei dolori che racconta la nostra isola nel suo lato oscuro, quello che nessuno vuole indagare perché coinvolge gli individui, uno per uno, nelle loro personali bassezze quotidiane. Purtroppo non sbaglia. La sciatteria è abitudine, costume, azione ripetuta senza perché e percome. Così fan tutti e l’occhio si abitua, adattandosi al peggio come se tutto, anche lo schifo, fosse normale.
Lo sfregio come pratica innocente, lo sputo come manifestazione di libertà. In una nazione senza vergogna l’isola diventa fucina di squallore nello scempio infaticabile della sua bellezza. Portoferraio soffoca nella cecità di chi non vuol vedere: molti, forse maggioranza; e nel silenzio di chi non ha più fiato per parlare. Non morirà di plastica o di idiozia perché non si muore per debolezza, semplicemente ci si adegua. Cialtroni si nasce e io lo nacqui, il Totò rovesciato è lo specchio che riflette il narcisismo imbecille, l’orgoglio frainteso, il compiacimento onanistico di chi non ama la terra sulla quale è stato partorito o sulla quale è approdato alla fine di una navigazione fortunata o come relitto di qualche naufragio perseguito. Il mediocre vince e il futuro risulta sconfitto quando il passato è dimenticato.
Fino ad un secolo fa i rifiuti dell’uomo marcivano o semplicemente si decomponevano e la terra, i fiumi, i laghi, i mari erano la nostra discarica. Il pianeta digeriva tutto, noi eravamo molti di meno e ognuno di noi produceva una quantità di rifiuti infinitamente minore. Le cose sono cambiate repentinamente nel corso del xx secolo.
La ricchezza diffusa, l’iperproduzione di beni durevoli destinati a diventare scarti nel giro di pochi anni, l’invenzione della plastica e il suo impiego planetario in tutti i settori, dagli aerei ai giochi per bambini, hanno mandato in tilt il sistema. Il pianeta non digerisce più. Il mare che ci circonda non digerisce più. la terra sulla quale abitiamo non digerisce più.
Comprendere e assimilare queste verità significa semplicemente adeguare il nostro comportamento ai cambiamenti accaduti, insomma essere intelligenti, far funzionare l’istinto, stare molto meglio.
Tutto questo deve avvenire in fretta perché anche quanto è accaduto è accaduto in fretta, nell’arco di un misero secolo, nulla in confronto a decine di millenni.
E allora si muova il Parco, si muovano le amministrazioni, si muova l’Esa, si muovano le scuole, si muovano le associazioni, si muovano i fedeli delle varie confessioni, si muovano gli atei e gli agnostici per organizzare una campagna, un movimento permanente di educazione allo smaltimento e al ripristino. Chi sporca, chi abbandona, chi non raccoglie la plastica che il mare ci rende, chi lavora male nei restauri o nei controlli va contro i nostri interessi, nessuno escluso, da quelli economici a quelli estetici a quelli sanitari.
Il degrado è la nostra peste, nessuno sia più untore.
bc