Avevo le stellette addosso e un giorno mi ritrovai “punito” insieme ad altri 14 commilitoni per essermi macchiato di un orrendo crimine: mi ero, come gli altri, sdraiato sulla branda, non avendo, come gli altri, un beato cazzo nulla da fare, ma così violando una regola ferrea che mi impediva di stare sdraiato prima di una certa ora.
Benché liberi da servizi potevamo, infatti, sostare in camerata ma solo se in piedi o seduti sullo sgabello d’ordinanza, non sdraiarci.
Evidentemente ne andava dell’efficienza della difesa nazionale… se i russi o gli albanesi ci avessero attaccato d’improvviso, ed invece che seduti ci avessero trovato in branda, la guerra poteva prendere una piega completamente diversa!
Ma noi “lavativi” avevamo trovato il modo per darci al proditorio giacere: a turno uno di noi si poneva di vedetta in luogo acconcio a scorgere l’avvicinamento ai nostri locali di un tutore della disciplina, così dandoci il tempo, nella eventualità della visita, di ricomporci marzialmente con il culo sopra lo sgabello, spengendo le eventuali non consentite sigarette, il cui odore era peraltro già celato dall’intensa essenza di piede sudato che costituiva la nota olfattiva di fondo dell’ameno luogo. .
Ma una volta, fummo appunto tutti piccionati sbracati chi immerso nella lettura di libri (pochi) gazzette sportive e/o porno fumetti (più numerosi), chi russante, chi fumante, chi raspantesi le gioie, chi addirittura profanante la patria branda giocandoci su a carte, chi semplicemente perso nei suoi pensieri.
Era accaduto che l’artigliere Mario Cipolloni, la piccola vedetta marchigiana di turno, si era addormentato come biacco, proprio mentre compiva la sua ispezione il sergente maggiore maggiormente stronzo che mai esercito nei secoli avesse generato.
Naturalmente, terminato il “cazziatone” e comminate le pene il carognone se ne uscì con un sorrisetto di sadica soddisfazione sul volto.
L’abbacchiato silenzio dei privati di libera uscita, comandati di ramazza, guardia, picchetto o pulitura cessi si ruppe solo quando il reprobo dormiente, la vedetta cieca (che peraltro era l’unico ad aver scampato la punizione) rientrò in camerata.
Il poveretto oltre che essere bersagliato da un iniziale lancio di scarpe (una nutrita e precisa salva, non a caso eravamo artiglieri, quindi depositari della scienza balistica) fu accolto da una infinita serie di insulti ed improperi ma il massacro morale del Cipolloni procedeva in una strano modo:
Di Mino da Sciacca disse: “Grandissimo figghio di bottana, arruso, puppo e sucaminchia!”
Scattolin veneziano di solito zittone gli si parò d’innanzi e gli disse “Mona!”
E dopo un “Belin che te nega!” del ligure Pastorino, Scattolin ripetè: “Mona!”
Cosa gli disse in un lungo e minaccioso borbottio Sogus da Sassari (che lui chiamava Tattari) non saprei ripeterlo, ma dalla faccia che faceva non doveva essere nulla di gentile. Quello che è certo che a fare da spartitraffico arrivò un altro “Mona!”, di Scattolin , che tornò puntuale dopo che io dissi “Cipollo’ sei proprio una fava lessa!”.
Fu allora che incuriosito chiesi a Scattolin, conto del perché continuasse a rivolgere quel monocorde (o monacorde?) insulto e lui allargando le braccia rispose: “… Gavete dite tutte voi le altre brute parole!”
Eh sì pazienti lettori l’ho presa un po’ alla lunga per rappresentare qualcosa di simile al disagio che mi prende se si tratta di scrivere male di qualcuno, quando, magari a più che giustissima ragione sono però in molti a rovesciargli addosso insulti ed impropoperi, forse sono preda della “sindrome di Scattolin”, mi sembra che tutti abbiano detto tutto meglio di quanto potrei, e più mi sento partecipe della generale incazzatura, più mi si restringe il vocabolario.
Tra l’altro poi mica mi posso mettere a dire “Mona” (topa da queste poti) come un veneto, né tradurlo alla lettera, qui suonerebbe più come un complimento che come un’offesa … forse una equipollente espressione potrebbe essere … vediamo … forse “CAZZONE”
Orbene, dopo l’ultima vomitevole, reazionaria, razzista uscita sulla cancellazione del reato di clandestinità, del VaffanGURU, mi viene solo da scrivere: CAZZONE!