L’episodio che segue è realmente accaduto a Portoferraio negli anni ’80.
Breve inquadramento dei protagonisti.
Protagonista 1: C., rinomato artigiano ed altrettanto rinomato velleitario giocatore d’azzardo, di carte in prevalenza. Passione, questa, che presumibilmente non lo faceva navigare nell’oro, come del resto avrà modo di rimarcare il protagonista 2 nel corso della discussione.
Protagonista 2: Gaetano Donati, personaggio ferajese mitologico che non ha bisogno di presentazioni.
Questi i fatti.
Gaetano, a bordo della sua macchina, proveniva dalle Ghiaie e imboccò l’incrocio al Ponticello (al bar Royal, per capirsi) come se la strada fosse sua.
C procedeva in Via Carducci e fu centrato in pieno.
Gaetano e C., che si conoscevano benissimo, scesero dalle rispettive macchine (fortunatamente incolumi) per le operazioni del caso.
Ga. “O che fai? Vabbè che sei pieno di chiodi, ma proprio con me te la vuoi rifà?”
C. “Gaetano! Guarda che la precedenza era mia, te c’avevi lo Stop!”.
Ga. “Questi so’ cavilli, ehhh!”.
Ma era palese che Gaetano avesse torto marcio, perciò C. non aveva nessuna intenzione di farsi infinocchiare.
Quella mano C. se la giocò alla grande, era come se avesse un poker servito, doveva solo non sciupare tutto.
E così fu, C. mantenne il sangue freddo, glaciale, spietato: non spostò la sua macchina di un millimetro, la lasciò esattamente dov’era, mise le quattro frecce e fece chiamare la volante della Polizia Stradale.
Procedura impeccabile.
Il bluff di Gaetano sarebbe evaporato ben presto, sicché C., nelle sue argomentazioni, si faceva sempre più forza, contando, inoltre, su qualche testimone.
Non è che si pavoneggiava, ma insomma siamo lì.
A quel punto, per Gaetano, sopraggiunse il problema più grosso, un’onta a tutti gli effetti: cospargersi il capo di cenere davanti a tutti.
Sì, davanti a tutti, poiché nel frattempo si era formato un nutrito capannello di curiosi.
Dopo pochi minuti, arrivò l’attesissima pattuglia della Stradale.
Un agente, che conosceva entrambi i personaggi, domandò: “Allora? Cosa è successo?”.
Al che Gaetano fece saltare il banco, rilanciando ancora, da par suo.
Ammiccò la macchina di C., ferma in mezzo alla strada con le quattro frecce lampeggianti, ed esclamò:
“È evidente, ehhh!!! ‘Un sapeva dove andà”.
Michele Melis