Negli anni '70 Leonardo, Leo per gli amici, lasciò il suo paese, attraversò il Canale e si trasferì a Piombino. Era stato assunto alle Acciaierie.
Grazie al suo carattere socievole, conquistò subito la stima, la fiducia e l'amicizia di molti compagni di lavoro. In particolare si creò un legame fraterno fra Leo e Vittorio, giunto nella Città dell'Acciaio dall'amiatino Arcidosso.
L’uno convolò a nozze e l'altro gli fu testimone, e viceversa. A Leo nacque il primo figlio e Vittorio fu padrino di battesimo, e viceversa. Insomma, un’amicizia che di giorno in giorno si consolidò sempre più, e via via si estese alle rispettive mogli e poi ai figli.
Intanto il tempo passava, così dopo gioie e dolori, scioperi e lotte sindacali, anche per i due amici fraterni venne il giorno della pensione. Un giorno memorabile che i due festeggiarono con i loro familiari in un rinomato ristorante di Follonica. Leo e Vittorio, nell’occasione, si scambiarono un orologio di marca con tanto di dedica.
Così, con qualche lacrimuccia, lasciarono Piombino e ritornarono nei rispettivi paesi d'origine.
Vittorio, passato qualche mese, telefonò all'amico isolano, e gli disse che siccome non riusciva restare inoperoso, faceva il consulente per una piccola officina meccanica. Chiese quindi all'amico se anche lui sentiva la manca del lavoro. L'interlocutore gli rispose: "Sì, faccio il divanista".
Vittorio, rimase un po’ perplesso e poi mormorò: "Bene, però non sapevo che all'Elba ci fosse una succursale di Poltronesofà". Il nostro si fece una risata e la moglie, che aveva sentito in vivavoce la telefonata, urlò: "Ma che hai capito, lui sta tutto il giorno gettato sul divano, col computer sulle gambe e il telefonino in mano, e non muove foglia!".
Insomma, a questo punto sarebbe giusto chiedersi - una volta pensionati - se è meglio fare il consulente o il divanista.
Però c'è da considerare anche la terza possibile alternativa: fare, come dicono in Emilia, "l'umarel" (l'omino), ed entrare nella schiera di quelli che (spesso istigati dalle signore che non li vogliono tutto il santo giorno tra i piedi) escono di casa e vanno a caccia di cantieri, e, per la gioia di chi ci lavora, dopo essere rimasti ad osservare silenti il procedere delle operazioni, ad un certo punto esprimono su di esse critiche metodologiche e non richiesti consigli.
Ma, dopo un antropologico esame, è fuor di dubbio che tra le tre specie di "Homo pensionatus (più o meno) sapiens et experitus", l'Omino da Cantiere sia da considerare la più perniciosa per il resto del genere umano.
LM - sr