Oggi pomeriggio mi sono sentito chiedere dal solito amico che, sapendo il mestiere che faccio, sopravvaluta la mia capacità di percepire voci e umori: ma insomma chi lo fa il sindaco a Portoferraio? Ci ho riflettutto un po' sopra dicendo una serie di no ai nomi che mi proponeva (sempre i soliti nomi, qualcuno lo sento da venti anni) e alla fine ho tagliato corto: "Non ho ancora le idee chiare su chi dovrebbe farlo ma so come mi piacerebbe lo (o la) si scegliesse e quali punti dovrebbero essere presenti nel suo programma di governo"
Continuando gli ho spiegato che mi piacerebbe che una volta tanto non fossero i partiti politici alla fine di una trattativa condotta nelle segrete stanze tra un numero esiguo di maggiorenti, a scodellarci un candidato "prendere o lasciare", ma che le diverse aree, culturali prima che politiche, fossero capaci di un ampio dibattito aperto a chiunque, al termine del quale si organizzassero delle "primarie" veramente aperte per scegliere i candidati e gli elementi di programma di governo.
Ed ho pure ragionato su alcune "dritte" da dare al prossimo Sindaco di Portoferraio a partire dalla creazione di una zona di salvaguardia, ambientale e monumentale-archeologica, compresa tra la strada provinciale e il mare da Schiopparello a Punta della Rena.
Gli ho detto che Il "mio" sindaco dovrebbe (vista anche la probabile moria delle province e i pessimi risultati conseguiti fino ad oggi) battersi per ottenere guida e sede elbana dell'Osservatorio sui servizi marittimi, investire fortemente sui fronti della istruzione e della promozione culturare, destrutturare ed operare un completo riordino della macchina amministrativa comunale, disincentivare il consumo di territorio a fini insediativi e favorire in ogni modo il riuso del territorio ai fini produttivi agricoli, rendere competitiva la mobilità pubblica su gomma disincentivando l'uso dei mezzi di trasporto individuale, favorire un ritorno di residenti nel centro storico, ed il ricrearsi di una rete distributiva tra le mura della Città di Cosimo, anche con la creazione (ci sono virtuosi esempi altrove) di "reti cooperative giovanili" improntate su distribuzione e servizi erogati in modo "puntiforme", capaci di riportare la luce nei troppi fondi cupi che intristicono Mortoferraio.
Mi ero fatto prendere la mano e in attesa di altro su sanità, servizi, socialità... avevo cominciato a ragionare sul superamento della società finto-partecipata (che minchia di partecipata è una società che dipende per il 99% dal bilancio comunale?) sul riordino dei servizi turistici ad essa affidati e sulla ricerca di reali partner economici che si potrebbero trovare in Italia e non solo, mettendo sul piatto della bilancia lo sterminato patrimonio in strutture ed immobili del Comune, cercando qualcuno "con le spalle larghe" interessato a farci soldi (e quindi occupazione) con le risorse ferajesi... a quel punto il mio interlocutore mi ha sospettosamente chiesto se non avessi per caso intenzione di candidarmi.
Gli ho risposto che non lo accetterei mai (e mai detto da me è mai) per la semplice ragione che credo di servire di più a questa città come giornalista (pronto a incicciare quando se le cose non vanno anche quelli che voto) e perché, parafrasando Marx (Groucho non Karl) non voterei mai per una lista che avesse tra i suoi candidati uno come me (di 65 anni, una buona trentacinquina dei quali passati a fare politica attiva, e soprattutto violino solista più che compositore, nonché elettivamente nella mischia invece che sopra le parti).
Qualcosa però per le elezioni ho intenzione di farla, visto che ho un bel po’ di amici con una bella testa, prevalentemente a sinistra ma sparpagliati anche altrove, nell’arco politico e nel mondo, cercherò di mettere insieme qualche idea (magari contraddittoria) di governo, un pacchetto di proposte da affidare al migliore e più valido offerente o a più di uno. Caso mai servisse.
PS il Presidente del Parco riprodotto nella foto, non è l'amico curioso di cui tratta l'articolo