Mi sono ricordato di quando “gli scoppi” li facevamo anche noi, da bimbi, con le pasticche di clorato di potassio (un rimedio per il mal di gola dal sapore pestilenziale, oggi fuori legge) acquistate in farmacia, simulando inesistenti infiammazioni del cavo orale, alle quali il commesso fingeva di credere, e mescolandole con lo zolfo delle “rotelle” usate per fumigare le botti.
La polvere che si otteneva da una o due pasticchine e un pezzetto di rotella la si raccoglieva in un mucchietto, a terra sulle lastre che erano allora in tutte le vie ferajesi, ci si poneva sopra una ghiaia alla quale poi davamo una robusta “calcagnata”, che quasi sempre provocava uno scoppio, la cui entità però era così modesta che per amplificarne l’effetto talvolta era “eseguito” o nei portoni (con conseguente incazzatura e rischio di qualche pedagogica pedata degli inquilini) o in uno dei tunnel della città.
Gli incidenti che potevano capitare erano:
A) Che la ghiaia colpita di striscio finisse sullo stinco di un astante con immaginabile piacere del medesimo
B) Che la zampicata troppo violenta provocasse il distacco del tacco della scarpa (ed allora le pedate - genitoriali – erano quasi certe)
Mi sono ricordato tutto ciò l’altro giorno quando in buon anticipo su San Silvestro ho visto un bimbetto (armato da furbissimo e fiero genitore) accendere e tirare in terra un “fischione” (probabilmente costato un bel po’ di soldini) che, quando è esploso, con rumore fortissimo mi ha reso per qualche secondo sordo, e mi ha fatto pensare che i nostri di scoppi al confronto erano veramente delle scorreggine, roba che se c’era un cane nei paraggi più che impaurirsi e traumatizzarsi si incazzava e poteva pure stioccarti un morso nel culo.
Ma guardando padre e figlio che si apprestavano a ripetere l’impresa ho pensato ad altro, mi sono chiesto cosa poteva succedere se per una qualche ragione quel petardo fosse scoppiato in mano al bimbo, ed ho avuto paura. In realtà ho avuto anche la tentazione di avvicinarmi allo scoppiettante genitore e dirgli: “Signore anche se personalmente non la conosco vorrei dirle che a mio avviso lei è proprio una grossa testa di cazzo”, ma quando uno invecchia e non ha più il fisico, è meglio che eviti gli alterchi che potrebbero far male alle costole …
Orbene cari lettori, avevo quasi terminato di scrivere questo A Sciambere dal tono tutto sommato leggero e scherzoso, quando sull’argomento “botti” è arrivata una notizia pressoché tragica, e l’ho accantonato valutando che poteva apparire di cattivo gusto…
Poi però ci ho ripensato, stimando che anche qualche ragionamento a bischero sciolto può avere una sua utilità, ed ho deciso di terminarlo come originariamente pensavo, con una specie di supplica.
Caro Sindaco, tu sai bene che ho un bel po’ di responsabilità sulla tua prima elezione, e pure al secondo giro (sia pure molto meno entusiasticamente) ti ho votato, comunque non sono stato mai molto “carino” con te (in compenso “carini” sono stati alcuni che avevano votato per la concorrenza, ma lasciamo perdere), non mi pare o almeno non mi ricordo di averti mai chiesto niente di preciso e circostanziato. Ecco sul limitar dell’uscio, quando sta per compiersi il tuo mandato mi permetto di chiederti a livello personale, da nonno, un favore: atteso che quella di sparare botti è una attività inutile, idiota, nociva e pericolosa, ti pregherei (così come altri tuoi colleghi hanno fatto) di vietarla sul territorio comunale.
Al più potresti (nel rispetto di un’antica tradizione) consentire una deroga per gli scoppi vintage, a base di zolfo e pasticche di potassio (cattive com’erano ne deve essere rimasto sicuramente qualche stock invenduto), con obbligo di riportare la ghiaia alle Ghiaie dopo l’uso.