Già sentirmi bussare all’uscio di casa alle 8.30 di domenica mattina (dopo che per buona parte della notte avevo, come al solito letto o lavorato) non mi aveva provocato quello che si può definire “un risveglio gioioso”, ricordo che raggiunsi incespicando e grugnendo la porta, aperta la quale vidi una specie di opposto del mio essere: io irsuto, lui perfettamente rasato, io spettinato, lui che sembrava l’avesse leccato una mucca, lui in giacca e cravatta io in maniche di mutande, lui pimpante e cinguettante io ancora rincoglionito e con una voce che sembrava avessi ingoiato un rospo fasciato di carta-smeriglio.
Orbene la “mise” che ostentava, oltre alla “borgetta” che aveva in mano il mio interlocutore ed all’orrida grafica degli opuscoli che gli spuntavano alle tasche della giacca, lasciavano pochi dubbi sulla sua “mission”: ero al cospetto di un “russelita” vale a dire seguace di Charles Taze Russell, il quale negli Stati Uniti, 1870 anni dopo la nascita di Cristo, non avendo niente di meglio da fare, fondò l’ennesima setta cristiana protestante destinata una sessantina di anni più tardi ad assumere il nome di “Testimoni di Geova”.
Tra me ed il cravattato aspirante salvatore della mia perdutissima anima si svolse il breve dialogo qui di seguito riportato:
“Buongiorno … posso rubarle un po’ del suo tempo?
Visto che s’è già preso il sonno …”
Come? .. ah scusi l’ora … lei è credente?
No sono agostico”
Come? Secondo lei…”
Non so se Dio esista o meno …”
Ne vogliamo parlare?”
Lo ritengo abbastanza inutile”
Però è dimostrato …
ALT!
Come alt?
Le spiego, a parte che le ho detto che l’argomento non mi appassiona, se lei mi inizia la sua perorazione affermando “è dimostrato”, quando secondo me qualsiasi cosa va sempre dimostrata e spiegata, immagino non abbiamo molto da dirci … ha mai letto la “Lode del dubbio” di Brecht?
No ma ..
Allora se la legga e poi ripassi, ma non di domenica mattina eh!"
Ammetto cari lettori che qualche secondo dopo, dirigendomi in cucina per fare il caffè, lo sbirciare dalla finestra ed il vedere l’ometto che restava ancora interdetto davanti alla porta, mi fece sentire un po’ stronzo, pur se all’epoca ero molto più giovane e molto meno tollerante.
Qualche giorno fa però, mi è venuto da tracciare un parallelo tra i russeliti ed altri odierni “predicatori” che in luogo che alle porte di casa bussano alle porte dei P.C.: in fondo il fideismo lo si può esprimere sia nei confronti di un Dio, che verso un più o meno moderno capo indiscusso e duce, il settarismo può condurre a demonizzare tanto chi ha idee religiose diverse, quanto chi vede la politica diversamente, la presunzione di essere unici ed esclusivi depositari della verità può essere fonte di intolleranza sia religiosa che ideologica. Da là al “molti nemici molto onore” è un battito di ciglia
E allora rileggersi la “lode del dubbio” è salutare ancora oggi, magari non tutta (e una poesia lunga e complessa) ma almeno una “pillola” sì , magari questa:
"Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.
Se occorre, tanto peggio per i fatti.
La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con gli orecchi della spia.
Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano".
Ma in chiusura mi accorgo di aver fatto un altro torto (dopo l’antica usciata sul muso al malcapitato predicatore domenicale) ai Testimoni di Geova, con l’irriverente parallelo, loro sono solo un poco noiosi, ma si rivolgono agli altri con parole gentili e modi civili, non istigano alla violenza, non coprono i “diversi da loro” di insulti. Aridateceli.