Eh, la vita! A volte è proprio originale. Tutto avrei immaginato tranne che un giorno sarei stato costretto a sostenere quanto segue.
Premessa 1: nel passato sono stato un sostenitore di Bersani, che si è dimostrato uno dei migliori ministri che l’Italia abbia espresso ma che purtroppo difettava del carisma da leader.
Premessa 2: nonostante la premessa 1, sono un elettore più confuso che persuaso e nelle tornate elettorali degli ultimi anni mi è capitato di votare per il PD con la stessa convinzione e con lo stesso gesto con cui Montanelli a suo tempo votò DC.
Condivido quasi sempre in toto gli argomenti e le posizioni politiche ed etiche espresse da Sergio e dal prof. Totaro, tuttavia nel caso riguardante le critiche al nuovo vate, pissero, fighetto, cicciobello, boccalone ecc. di Pontassieve devo esprimere una riserva che in realtà è una domanda: abbiamo a portata di mano un signore che costituisca un’alternativa valida per mettere a ceccia (a sedere per i continentali) la cosiddetta destra? c’è in giro qualcuno che sia stato capace di smuovere le acque putride dell’inconcludente politica italiana come pare cominci a fare cicciobello?
Se la risposta è sì, tiratelo fuori per favore e con urgenza, altrimenti critichiamo pure la sua imperfetta sinistrosità ma vediamo di non continuare a farci del male da soli.
Non v’è chi non veda che troppo spesso la ricerca del meglio precluda il conseguimento del bene o, per continuare con le banalità, è meglio un uovo oggi che una gallina mai e, per finire, meglio il boccalone che il destrorso miliardario Grillo o i seguaci ed emuli del barzelletiere di Arcore, capace di reinventarsi ad ogni elezione con promesse da sirena che tocca sempre a qualcun altro fronteggiare e ai cittadini elettori pagare (compresi quelli che non hanno colpa).
Andrea Sponza
Caro Andrea
Non è che non mi piaccia vincere, mi sono rotto i cabasisi di perdere pure quando vinco, e mi spiego subito con un esempio.
Nel 2004 in occasione delle elezioni amministrative di Portoferraio, pensavo che quella formula del mettere insieme la più creativa trasversalità del “cantiere” de L’Isola e la Città con la fermezza della parte più radicale della sinistra interna ed esterna all’allora DS, avrebbe garantito quel che a quei tempi si definiva “sviluppo sostenibile”, facendo capo da ciò che ritenevo (e ritengo) il punto nodale del buon amministrare (locale e nazionale): la salvaguardia ed il recupero della risorsa ambientale.
10 anni dopo, tirando le somme, e pur riconoscendo che su diversi altri fronti le compagini guidate da Peria non si sono comportate poi così male (cito ad esempio il decente livello di raccolta differenziata degli RSU raggiunto, il buon lavoro sul fronte dell’istruzione e del sociale), sul versante del governo del territorio. che ritengo, ripeto, quello che dà la cifra “progressista” di un’amministrazione, giudico il risultato alla stregua di un clamoroso, pernicioso fiasco.
Si è continuato come (ed in certi casi più di prima) a consentire speculazioni cieche, a bruciare aree verdi inutilmente, a non convertire e riusare l’esistente, a moltiplicare le occasioni di arricchimento per la grande distribuzione ed a schiantare la rete del piccolo commercio, a rendere il centro storico portoferraiese un luogo-zombie, a lasciare enormi scatoloni cementizi vuoti (vedi ex caserme delle Ghiaie) e realizzarne dei deturpanti nuovi (vedi Gattaia) che neanche si sa bene cosa conterranno, ed a fronte dell’assassinio culturale delle ultime testimonianze architettoniche della storia industriale di Portoferraio (distruzione del capannone ex-ACIT, ex centrale elettrica che se ne va a puttane) e del degrado di “gioiellini” quali il Palazzo Coppedé, di scatoloni se ne stanno costruendo o sono in progetto dei nuovi: dagli interventi nelle già intasatissime Via Carducci-Via Manganaro con la distruzione di Piazza Pietri, ai nuovi contenitori agli Ex-Macelli…
Le giunte del cosiddetto centro-sinistra portoferraiese non hanno insomma marcato il salto di qualità rispetto ai predecessori, e talvolta sono riuscite nell’arduo compito di fare di peggio, e quindi per due volte, io che l’ho volute e votate, ho perso vincendo.
Che c’entra tutto ciò con Renzi, obietterai mio buon Andrea? C’entra, e come se c’entra, e non perché l’ex-bersaniano Peria sia salito di rincorsa e all’ultimo tuffo proprio sul carro del pissero di Pontassieve vincitore, c’entra perché pure tu dici (come mi dicevo, almeno 5 anni fa) .. siccome non c’è di meglio votiamo per il meno peggio.
Il problema è che con questo meno peggio segretario del PD, l’ho già scritto una volta, a parte fare il tifo (molto moderato il mio) per la Fiorentina, non ho niente in comune.
La realtà è che Renzi non ha niente a che vedere con la storia i valori e gli intendimenti della sinistra, né italiana, né tantomeno europea; è un moderato, usando la più bonaria delle definizioni, è quello che ora flirta con la FIOM (secondo me strumentalmente) dopo essersi schierato con Marchionne, è quello che si è fatto pagare le cene elettorali dai finanzieri off-shore, che poi sono andati a spargere il loro “verbo” alla Leopolda, è quello che chiama job il lavoro e con gran clamore (et mons peperit murem) partorisce come primo suo atto da segretario PD una proposta-topolino sull’occupazione, è quello che vuole guidare il PD e il paese, ma non rinuncia, anzi si ricandida al cadreghino fiorentino.
Caro Andrea il “loro” Renzi, a mio modesto avviso, è uno strafottente affabulatore con lo stile di un piazzista di padelle alle fiere paesane (a partire da quell’insopportabile intercalare del “Signori miei …” Signori miei un par di zibidei).
Tre milioni di italiani hanno votato questo Berlinguer alla rovescia? Benissimo, che corra vinca e governi, che compia pure la definitiva democristianizzazione di quello che fu “il” partito della sinistra italiana, ma non vedo proprio perché a mio nome.
Se ci sarà in campo una sinistra credibile la voterò e la sosterrò, se non ci sarà, pace, aspetterò che prenda corpo e consistenza. Poiché, come disse il ligure isolato in montagna, all’arrivo dei soccorritori che si annunciarono fuori della porta del rifugio con “Siamo la Croce Rossa”, “ABBIAMO GIA’ DATO!”