La mi’ mamma Rosina, marcianese e contadina, nata esattamente cento anni ed una settimana fa, usava una frase, forse un po’ pesante, ma efficace, per stigmatizzare il rivolgersi alle persone sbagliate, quelle meno adatte a risolvere un determinato problema: “Non si va a compra’ il lardo dai cani”
Era un’espressione che giaceva sepolta da strati e strati di parole nella mia memoria ma che è prepotentemente emersa all’annuncio dell’accordo raggiunto tra un noto pregiudicato ed il segretario di un partito che dovrebbe essere della sinistra, eletto a furor di popolo (solo che buona parte di quel popolo poco c’incastrava - bizzarrie della politica - e con la sinistra e con lo stesso partito).
“Non si va a compra’ il lardo dai cani” e i patti si fanno tra persone d’onore (mica per caso si dice “onorare” un patto, un impegno, una promessa…)
Ma esiste in Italia un bugiardo più conclamato, un mentitore più sputtanato e un puttaniere più menzognero del pessimo soggetto di che trattasi? Esiste o è mai esistito in questo paese dalla memoria corta un paragonabile campione delle promesse mancate, dei patti violati, dei cambi di alleanza? Quale onore vantare può un pregiudicato per un reato socialmente gravissimo come quello passato in giudicato (per tacere dei provvedimenti ancora pendenti)?
Come si è permesso il fighetto di Pontassieve, di darsi la patente di nuovo padre costituente e soprattutto di conferirla ad un signore che tra qualche giorno sarà in stato di arresto?
Si renderà conto, una volta smaltiti i fumi dell’ebbrezza da primarie, quanto può risultare offensivo per chi paga le tasse, lavora e vive onestamente e per chi versa in miseria, per chi un lavoro non ce l’ha, il fatto che a dettare le regole dell’esercizio democratico, e di conseguenza a determinare la sua vita, addirittura a cambiare la Carta Costituzionale, sia un cotale squalificante figuro?
Il “MI VERGOGNO” del suo compagno di partito Fassina resterà nella memoria collettiva molto più a lungo del suo strafottente “Fassina chi?”, lo ripeta ora il”battutone”, vedrà che successo.
A ore sapremo cosa ha partorito lo spurio e sconveniente confronto, ma l’aria che tira è che dopo il Mattarellum ed il Porcellum:, potremmo avere un suinellum Berlurenziano: un sistema spartitorio teso a far fuori tutti gli altri, con gli eletti di nuovo decisi dalle segreterie e tanti saluti al popolo al quale si era promesso di tornare a poter scegliere tra i candidati.
Vedremo, e vedremo se i piddini non omologati al nuovo capataz democristiano avranno la capacità e la voglia di dare battaglia sul serio e non “pro-Formia”, come diceva Totò.
Ci sta anche che in questo sganasciatissimo paese prima o poi si formi una sinistra normale e decente, anzi, ci sta che il pissero del contado fiorentino abbià già fatto, con questa vicenda, il primo passo più lungo della gamba, che il naturale prodromo potrebb'essere di una cosa che i leader centrosinistrosi italici non si sono fatti mai mancare: la patta a rospo, più dolorosa per quanto da più alto si cade.
Rosina usava dire anche “Salta saltano i capretti, poi si rompono i cornetti” Occhio.