La puntata di Piazza Pulita di stasera mi ha definitivamente chiarito le idee. A tavola di un lussuoso ristorante c’erano cinque industrialotti brianzoli che davanti alle telecamere davano il meglio di loro stessi: “la Elettrolux ha fatto male a tirare avanti fino ad ora, doveva chiudere prima e andare a produrre dove costa meno…”, “Quando Berlusconi faceva le cose giuste si trovava in piazza tre milioni di persone che se le portava la CGIL che pagava 50 euro ciascuno” “in un paese normale i NO-TAV sarebbero sbattuti in galera, tutti” ed altre amenità che parevano uscite dall’armamentario della Santanché in persona.
Ma la cosa più interessante giungeva alla fine del succulento pranzo, innaffiato da costoso vino, con le “dichiarazioni di voto” dei “cumenda”. Alla domanda di chi avessero votato nell’ultima tornata tre dicevano di aver votato per il noto pregiudicato Silvio, uno si taceva, il quinto aveva fatto “outing” poco prima in diretta dicendo che aveva votato M5S. Strabiliante è stato ascoltare le “intenzioni di voto” per la prossima tornata. Continuando a tacere il taciturno (a occhio però leghista) quattro su cinque dei prodi commensali si dichiaravano intenzionati a votare… Renzi, sì, avete capito bene il segretario di quello che fu il più grande partito della sinistra. Uno abbozzava pure una sorta di “motivazione” cantando le laudi del decisionismo del Pissero di Pontassieve, mancava solo che finisse con un: “… finalmente abbiamo trovato chi spezzerà le reni alla FIOM …” e, per restare sul gastronomico, era cotto il riso.
L’imbarazzo della rappresentante del PD in studio (una volenterosa ragazza, ex-bersaniana mi pare) per questo stupendo “endorsement” era più che evidente.
Dimmi con chi vai – recita un adagio – e ti dirò chi sei. Ecco, ricordandomi chi sono e da dove vengo, io con gente del genere non vado, non mi imbranco, se lo votino loro.
Sono a questo punto forzato ad una supplica da rivolgere a chi nel PD sentendosi chiamare “compagno” non sarà colto da un attacco di orticaria.
E sulla scia del nuovo Ché Guevara vaporino, il para-ex-sindaco Simoni, da realista chiedo l’impossibile.
Cari compagni, cambiate cavallo, non perché non sia un cavallo vincente, ma perché quando vincerà il Gran Prix Elettorale le quote più alte il totalizzatore le pagherà alla destra (e che destra!) che ha già puntato su questo “corpo estraneo” rispetto alla sinistra, alla sua cultura ed alla sua storia, tutti gli spiccioli che ha in tasca. Voi perderete vincendo, o vincendo vi perderete, se preferite.
Preoccupatevi pure del mio di voto, oltre che di quello degli allegri commensali di Brianza, e non contate su un “senso di responsabilità” estorto, che non si manifesterà.
Vedete compagni: democristiano per democristiano, tappandomi naso, occhi, orecchie e tal altra regione anatomica, alle perse, potrei giungere a votare un pisano nipote dell’ex braccio destro di Berlusconi, ma il candidato dei “cumenda” … è una proposta indecente e irricevibile.
Sempre a proposito di inaccettabili richieste e di illustri pisani: “Non posso – fa dire Brecht a Galileo – calcolare le traiettorie dei corpi celesti spiegando parimenti il voli delle streghe sui manici di scopa, e la somma degli angoli interni di un triangolo non può variare a seconda degli interessi della Sacra Curia …”