La banda dei quattro si è ribellata contro la signora designata dal Capo alla successione e punta a prendere il potere con un colpo di Stato della falange che vuole ristabilire l’antica purezza. Si dice che dietro la cricca rivoluzionaria ci siano i fedelissimi dell’antico leader supremo… credevate parlassimo di Rio Marina? No è la breve cronaca della lotta per il potere nel Partito Comunista Cinese dopo la dipartita di Mao Tzetung
Il caro leader non c’è più e lascia il potere dinastico ad un famiglio senza esperienza, ma primo nella dinastia, inghiotte amaro il piccolo dignitario del Partito unico delle folle adoranti che già si era messo, con l’insegna del potere eterno, alla testa dell’esercito marciante del Paese più politicamente isolato. Credevate che fosse la cronaca delle elezioni a Porto Azzurro? Veramente parlavamo della Corea del Nord.
Il vecchio principe e gli ex capi comunisti chiedono l’unità per scacciare il tirannello al servizio degli stranieri, ma la nuova falange rossa non ci sta e fa le liste della purezza rivoluzionaria, guidando il popolo recalcitrante verso un’ingloriosa sconfitta. Pensavate che parlassimo della Cambogia di Pol Pot? No, veramente è quel che sta succedendo a Marciana Marina. TIRO FISSO 2
Caro Lei I paralleli che ci propone sono assai gustosi, tuttavia vorrei ricordarle la nota storiella del nipote che si reca a casa dello zio, avendo in animo di chiedere in prestito la bicicletta, e mentre si appropinqua alla casa del congiunto, ragiona tra sé sul possibile esito della sua richiesta, altalenando tra i motivi di un possibile accoglimento della sua supplica e quelli di un possibile diniego, con animo più volte speranzoso ed altre rassegnato, finché giunto a destinazione e paratoglisi davanti lo zio, senza formulare richiesta alcuna lo apostrofa: "Zio .. vai in culo te e la tu' bicicletta!" gira sui tacchi e se ne torna indietro incazzato. Lo ziobiciclettismo è un atteggiamento in cui indulge frequentemente il centrosinistra isolano o quanto meno chi lo rappresenta (poco e male) ma Lei sa bene che non è nelle mie corde. Mi spiego: è vero che i demeriti altrui non sono di solito sufficienti per vincere, è vero che presentarsi sparpagliati e senza aver fatto una unitaria opposizione (sulla base di un unitario disegno alternativo) fa diminuire fortemente le probabilità di essere compresi, quindi di vincere, ma se permette io allo zio-elettorato, prima di mandarlo in culo la bicicletta gliela chiederei. Facciamo capo dalla Piaggia dove non si vota (ma si voterà presto) e dove il fallimento del centrodestra è conclamato e rappresentato da una lotta intestina che è insanabile, perchè a confronto non ci sono concezioni della politica diverse, e non si tratta quindi di mediare tra valori, ma conciliare con la politica gli interessi di bottega più o meno confessati e confessabili, che tolto dalla scena il Dominus (l'uomo forte che serve ai popoli deboli) hanno mostrato tutta la loro inconciliabilità. Alla Piaggia, dopo tre batoste umilianti, il centrosinistra può solo fare meglio, a patto che sappia elaborare una propria originale strategia di governo del territorio, senza pensare di fare concorrenza alle destre sul loro terreno, facendo piazza pulita delle clientele, andando a chiededere voti per gli interessi generali della collettività e non per la soluzione del problema di Tizio o di Caio, cosciente che si può pure perdere, ma che perdere delle elezioni è meno grave che perdere i propri tratti distintivi la propria (se la si ha) identità politica, la propria cultura. Non c'è bisogno di prostituirsi per chiedere la bicicletta a zio, la si può chiedere in tutta dignità. Di Lungone so poco, anzi si sa poco, ed è questo forse il vero problema di una comunità arrocchettata, avvolta intorno a sé stessa, fuori dal contesto insulare e dal tempo, una ex-stella del turismo isolano progressivamente collassata e diventata "buco nero" capace solo di sciagattare pacchianamente la propria immagine urbanistica, presentare bilanci fallimentari, vagheggiare (o vaneggiare) megaprogetti monegaschi, e ridursi come lei dice allo squallore della proposta di una successione familiare, perché l'eterno capataz messo a riposo per limiti di legislatura possa continuare comodamente a tirare i fili, magari coltivando il sogno di fare solo un altro "giro di riposo", per ripresentarsi tra cinque anni per l'autunno del patriarca. Dall'altro fronte lungonese ci arrivano notizie più confortanti, una persona nuova per lo scenario politico elbano ci dicono, contornata da un gruppo di ragazzi, dati i numeri delle politiche il cetrosinistra avrebbe poche chance ma ultimamente si è visto che di sorprese alle amministrative, specie con candidati di rottura della continuità, se ne sono registrate diverse. Vada come vada a Lungone la bicicletta a zio è il caso di chiederla. E veniamo al punctum dolens, alla Marina dove ha operato il peggior sindaco dell'Elba Repubbicana, che si presenta al confronto elettorale con una infilata di fiaschi che peggiore non si potrebbe a partire (tanto per dirne qualcuna) dalla strombazzata, contestata nonché indagata operazione del porto delle meraviglie, che come primo effetto ha scavato un buco senza precedenti nel bilancio del co-concessionario circolo velico (che avrebbe dovuto rappresentare l'interesse locale), tacendo la storia infinita e franante dei parcheggi, delle scuole rimaste ammezzate, delle piscina che si realizzerà senza avere una minima idea di dove trovare i soldi per gestirle, dalla scandalosa assenza di un vero impianto di depurazione e di un porto/spiaggia che ad ogni guasto e/o precipitazione meteorica un po' fuori norma si ritrova i fondali tappezzati di carta igienica e le acque impreziosite da fitte particelle di merda in sospensione. Di più, questo campione di boria ed ingiustificata spocchia in questi anni ha perso per strada dopo l'antico e pesante sponsor locale Pasquale Berti, anche tutta o quasi tutta la sua trasversale accolita di protettori e/o compagni di cene esterni: giubilata la "marinese di Lucca" Santa Giuliana Baudone, disarcionato (finalmente) e poi finito in altri pesanti guai il piddino San Riccardo Conti, sempre più distante dalle beghe elbane l'uddiccino San Francesco Bosi ... che gli rimane oltre all'etichetta di un partito in crisi più profonda della Fossa delle Marianne come il PdL? L'appoggio dei confratelli conta, è vero, ma mica più di tanto. In una situazione del genere (visto il dato delle elezioni politiche marinesi, che ormai da anni è uno dei migliori per il centrosinistra), come si dice qui "bastava spinge'", bastava che si formasse un minimo di C.L.M.C. (Comitato di Liberazione Marinese da Cimabue) ed era cotto il riso. E invece come diceva Nanni Moretti " .. ebbene sì continuiamo a farci del male ...", non è accaduto. Io non me la sento di appioppare responsabilità, mi limito a osservare che anche alla Marina la bicicletta a zio la chiederei, a mandarlo a quel paese c'è sempre tempo. E poi resta sempre la speranza che i marinesi nonostante le tafazzate scelgano il campo della decenza.