Laddove occorresse una conferma (comunque la si pensi) la vicenda della “carica dei 107+1”, minacciati di querela da una società di navigazione (per aver reso pubblico un esposto al Difensore Civico), ha dimostrato che Elbareport è un giornale utile, almeno a chi non vuol ascoltare solo “la voce del padrone” (anzi, dei padroni) dell’economia elbana.
Ma questo giornale, che, in particolare negli ultimi due anni, ha visto crescere in maniera vertiginosa i propri lettori, non è frutto del caso, non nasce sotto un cavolo.
Nasce perche due ragazze ogni giorno ci dedicano, con crescente professionalità, il loro lavoro (avendo ricevuto dei compensi solo per un tempo limitato).
Nasce per altro volontariato, quello prestato dai curatori delle rubriche fisse, e quello più saltuario di “firme” anche prestigiose che concedono i loro scritti.
Nasce dalla sensibilità di un’azienda che generosamente è già intervenuta salvando Elbareport dalla chiusura o quanto meno dal ridimensionamento, accollandosi, momentaneamente, una gestione in perdita.
Nasce perché un anziano squinternato, in luogo di andarsene a pescare o ai giardini coi nipoti, si ostina a far uscire un giornale da dodici anni pagando pure i non lievi consumi di redazione (e quando occorre le spese legali).
Da tutto questo ed altro (sono in molti quelli che negli anni hanno contribuito al suo esistere) nasce Elbareport e nasce la sua indipendenza, l'incondizionabilità dei suoi contenuti.
Ma, cari lettori, siamo “alle porte coi sassi”, l'austerità francescana non è più sufficiente per tirare avanti.
Abbiamo valutato che “all’osso” per mantenere Elbareport agli attuali livelli (e noi vorremmo fare di più, fornire altri servizi informativi) occorrono non meno di 35.000 euro in un anno, questa la soglia minima di resistenza.
Non è una cifra da capogiro, specie se rapportata - lo sappiamo e lo sapete benissimo - al servizio che già eroghiamo, sono “pochi maledetti” soldi, da trovare non “subito” ma molto presto, o i cittadini dell’isola (comunque la pensino) dovranno abituarsi all’idea di non trovare questo giornale nella loro edicola elettronica.
A spanne, abbiamo fatto un conto: senza raggiungere il livello di generosità di Paolo Gasparri (che ci regala un euro ogni giorno che passa) basterebbe che chi legge quotidianamente il giornale ci offrisse il corrispettivo di un caffè ogni due mesi e quella soglia minima di mantenimento sarebbe superata.
Abbiamo urgente bisogno del vostro delle vostre donazioni e (per chi ha un’azienda) delle vostre inserzioni pubblicitarie. Le istruzioni le troverete clickando su "AIUTA ELBAREPORT" a destra nella home page del giornale.
Chi ci aiuterà farà comunque un buon affare, sarà un investimento in libertà.