Noi stessi dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere....... con queste famose parole di Gandhi mi permetto di iniziare questo articolo che vuole aprire gli occhi a tutti noi.
La cosa che più ci lascia sorpresi è l'indifferenza di noi cittadini di fronte ad un problema così evidente, dove la maggior parte della popolazione sembra rassegnata e continua a chiedersi cosa possa fare un comitato.
Ebbene ritengo che PARTECIPARE sia l'inizio; non si puo' criticare un comitato come se dovesse risolvere il problema: il comitato è l'insieme di persone che agisce per trovare soluzioni. Ognuno di noi ha il diritto di informarsi e parlo di diritto, non di dovere.
Il nostro contributo come famiglia è stato quello di partecipare alle riunioni ed informarci di quanto sta succedendo all'elba riguardo la sanità. L'ospedale è un luogo che, purtroppo, serve sempre a tutti senza eccezioni, sia per lieti eventi che per malattie; se qualcuno non è mai stato in ospedale vorrei conoscerlo, possibile che non si pensi minimamente al disagio che puo' comportare lo smantellamento dell'ospedale? Senza parlare di situazioni peggiori, perchè se c'è brutto tempo l'elicottero non parte, ricordatelo. Il problema è che, siccome la maggior parte di noi non si interessa, piano piano avvengono tagli di cui tantissimi cittadini non sono al corrente.
Sottopongo alla vostra attenzione una questione che fino ad oggi è passata inosservata ma è molto importante: riguarda i nostri figli.
L'isola d'elba ha un bacino di utenza di 4500 minori dai 0 ai 18 anni. Bambini con problemi gravi, dislessia, discalculia, disgrafia, attacchi di panico, depressione, stati ansiosi, disturbi ossessivo, compulsivi, difficoltà relazionali, difficoltà nell’elaborazione di una separazione (divorzi, lutti), senza calcolare i problemi degli adolescenti. Ebbene tutto questo, per essere risolto, richiede l'aiuto dell'UFSMIA che si occupa della salute mentale dell'infanzia e adolescenza, dove essendoci una grave criticità già oggi possiamo farci meno affidamento. Inizialmente avevamo 32 ore (che già visto i tanti casi elbani sempre in aumento, erano poche), da gennaio una delle psicologhe, essendo scaduto il contratto, è andata via ma non vi è stata alcuna sostituzione; attualmente l'unica psicologa rimasta ha 19 ore e a giugno andrà via anche lei per essere sostituita (speriamo) e si sa che le ore saranno 16, ancora meno. Quest'anno i P.E.I. (profilo evolutivo infantile) sono stati ridotti a un incontro tra insegnanti, genitori, assistente sociale, alcuni hanno avuto il privilegio di avere la psicologa, altri no e il neuropsichiatra non è potuto intervenire ad alcun P.E.I. vista la criticità.
La logopedia è pressochè inesistente, nostro figlio da ottobre non ha un incontro con la logopedista.
Purtroppo questo ci ha costretti a cercare una soluzione in continente dove le spese sono praticamente a carico nostro, i rimborsi sono difficili da avere e quasi inesistenti, è un pellegrinaggio unico ed inoltre la spesa per una famiglia è insostenibile quindi a volte si è costretti a rinunciare. Questo è solo una piccola parte oltre cio' che già conosciamo.
Ora quello che mi chiedo: è possibile che tante famiglie che usufruiscono di questi servizi, che pagano con le loro tasse, non si interessino? E' possibile che si continui ad accettare nonostante le continue tasse che paghiamo?
E' possibile che ci si lamenti e basta? Io ,ovunque vada, sento solo lamentele ma vi ricordo che lamentarsi è come versare acqua in uno scolapasta e sperare si riempia.
Scrivo tutto cio' perchè ognuno di noi ricordi che "Chi Tace Acconsente" ,per cui credo che sia l'ora di dare il nostro contributo partecipando. L'ospedale è un nostro diritto!
Con l'occasione vorrei ringraziare la dottoressa Chiappa per il suo preziosissimo contributo, passando nottate a spulciare documenti, decifrare leggi etc. tutto il lavoro ci è stato presentato ieri all'assemblea, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con lei, tutti i membri del comitato e le persone che, con tanta pazienza, continuano a partecipare. Grazie.
Famiglia Chiavetti