Elbareport ha mantenuto fino ad oggi una perfetta neutralità sulla campagna elettorale, la linea seguita è stata quella di riportare testualmente pressoché tutte le dichiarazioni dei “campioni” in lizza evitando perfino di redazionarle.
Questo non perché siamo a corto di idee e di nostre preferenze, ma perché ci pareva giusto dare la possibilità e la responsabilità a tutti i candidati di rappresentarsi, ed ai lettori l’opportunità di formarsi un giudizio basato sulle intenzioni espresse direttamente da chi si propone di amministrare.
Ma il troppo stroppia. Riportiamo con autentico raccapriccio quanto, in occasione della presentazione del suo simbolo (riprodotto qui a sinistra) ci scrive oggi un candidato, che peraltro ci ispira umana simpatia: Luigi Lanera, anzi Lanera Luigi come ama finemente firmarsi:
Considerando quanto sta avvenendo in campo economico Italiano , siamo oramai coscienti che sara' sempre piu' difficile accedere al credito bancario sia per le imprese che per le famiglie . Per tale ragione , nel mio programma di governo della citta' , intendo favorire i cittadini di Portoferraio nel dargli la possibilita' di poter edificare la prima casa alzando l'indice di edificabilita' per i residenti anche in funzione del nucleo familiare . Contestualmente diminuire il lotto minimo di terreno necessario per costruire la prima casa , che oggi e' di 4500 mq , e portalo almeno a 2000 mq . Personalmente posso dichiarare che sono piu' favorevole ad un'urbanistica del territorio basata su delle villette , con tanto di giardino , e contrario a casermoni dormitorio come la sinistra ha voluto in questi anni.
Lanera Luigi Candidato a Sindaco di Portoferraio
Ora a parte la contraddizione “visto che sarà più difficile accedere al credito facciamo edificare a tutta randa” come se per edificare occorressero solo licenze e non quelle cose che si chiamano liquidi, soldi, palanche, quadrini, piccioli (o “renare” per farci meglio intendere dal nostro), le intenzioni “urbanistiche” del candidato ad essere buoni ci paiono “bizzarre”.
Portare il minimo necessario – dice - “almeno” a 2000 mq, e quell’ALMENO ha del meraviglioso, perché se gli danno il via libera può fare di meglio, fino all’agognato jus aedificandi regolato dal “sul mio ci faccio quel che cazzo mi pare”, anche un pollaio di cemento armato (con giardino ovviamente).
Veda candidato Lanera Luigi (presente!) l’urbanistica è appunto una delle scienze che lei bellamente ignora, un sapere applicato che distingue l’uomo evoluto e civilizzato dalle specie selvatiche, le quali costruiscono le loro tane dove possono e dove capita, così come è ignorata dai membri delle società tribali che però, vivendo in simbiosi con la natura, non hanno su di essa il devastante impatto di una politica abitativa come quella che lei vagheggia, e che qualcuno purtroppo ha pure messo in atto, in altri luoghi, producendo delle mostruosità.
Non le punge vaghezza che in questo posto si sia già costruito troppo e male, che i centri storici si siano svuotati di persone (e di conseguenza di attività commerciali) in funzione di un aberrante consumo del territorio (in casermoni e villette), non pensa che è il caso di incentivare un uso virtuoso del territorio che rimane, creando occupazione stabile, facendoci intelligente agricoltura, lungimirante pastorizia, non le sfiora le meningi che il vero affare per chi fa impresa nel settore dell’edilizia sarebbe la ristrutturazione, il risanamento ed il riuso di quanto già esiste, che già oggi potrebbe ospitare, in tutta comodità moltissimi nuovi ferajesi e nuovi elbani che non ci sono?
Sa cosa ci fa tornare in mente? un grande cantautore americano, Pete Seeger, che ci ha lasciato da poche settimane, e che già una quarantina di anni di anni fa scriveva “Little boxes on the hillside”, una canzone che parlava di tante villette tutte uguali e “fatte con l’attaccatutto”. Un sogno yankee (interrotto drammaticamente dallo scoppio della nota “bolla” del 2007/2008) che lei ci ripropone in sedicesimo ed in salsa ferajese.
Intendiamoci, ognuno suona le corde che gli tornano meglio, ma guardi che la maggioranza di quelli, tra i nostri concittadini, che hanno ancora il problema della casa, ha mire molto più modeste della villetta con giardino (e pensa che gli andrebbe di lusso a disporre di un appartamento in un casermone).
E ci corre anche l’obbligo di segnalarle che altre e più angosciose (a partire dai problemi occupazionali) sono le priorità che ci pare emergano dalla cittadinanza.
Una domanda ci sorge poi dopo aver attentamente ponderato le sue comunicazioni: ma è proprio certo che, tra le tante attività umane possibili, l’amministrare una comunità, sia quella verso la quale è più versato?
Le facciamo comunque i nostri auguri, suggerendole solo di guarnire i suoi messaggi agli elettori con un finale del tipo “e chiù pilu pi tutti!”, non stonerebbe.