Atteso che del Sig. Emilio Cuomo - se non è un pesce d’aprile, vista la data in cui è fissato l’evento della pubblica presentazione - ci viene annunciato da “Camminando” come 4° (quarto!) candidato a Sindaco della tentacolare metropoli di Rio Elba;
Considerato che non conosciamo assolutamente niente di quel signore che non sia riportato dal suo scarno profilo Face Book, e che di conseguenza non possiamo dire di lui niente di critico come niente di positivo;
Tenuto conto che rispettiamo la volontà di chiunque di proporsi come interprete della sua cittadinanza,
l’ultima discesa in campo nel minimo comune ilvate ci induce a qualche breve riflessione matematica.
Ordunque, a Rio Elba dovrebbero sfidarsi 4 liste, per un totale di 48 candidati, e per la loro presentazione dovrebbero essere raccolte da 100 a 200 firme di cittadini, sommiamo a questo già ragguardevole numero gli addetti ai seggi e gli altri impegnati nei servizi elettorali, le forze dell’ordine etc. .. e ci accorgeremo che potremmo arrivare fino ad un quarto della popolazione residente direttamente coinvolta: in proporzione come se per le elezioni a Portoferraio si attivassero in 3.000 e a Roma un milione circa di cittadini.
Se la Way of Life del Coccolo in Su si diffondesse sul piano nazionale, saremmo insomma molto prossimi alla democrazia diretta, riportata dai libri di scuola come applicata solo in qualche cantone svizzero, messo proprio in un cantone, dove a diecimila teste ci arrivano solo mucche comprese, e vagheggiata dai grillini (tutti a clickare dalla mattina alla sera: Ripristiniamo la pena capitale? Dichiariamo guerra alla Croazia? Approviamo la legge finanziaria? Usciamo dall’euro e entriamo nella dracma? Risposte possibili: 1 SI, 2 NO, 3 SO ‘NA SEGA, 4 GRILLO HA SEMPRE RAGIONE ED E’ ANCHE BELLISSIMO)
Mettendo in conto la reprimenda M5S che ultimamente pubblica manifesti (elettronici) della serie “milioni di troll ci stanno attaccando”, “branchi di provocatori tentano di infiltrarsi” e “taci il nemico ti ascolta” proseguiamo a ragionare.
Orbene il quadro che si sta delineando in quest’Isola (ma crediamo che la musica cambi di poco nel resto d’Italia) a sinistra come a destra, sotto come sopra, a est come ad ovest, è tale che per definirlo l’allocuzione più calzante sia quella di “folle casino”.
La crisi e la ingovernabilità degli strumenti una volta deputati ad educare, formare ed a far crescere (anche a livello locale) i rappresentanti del popolo, vale a dire i partiti tradizionali, il fatto che di convincenti nuovi soggetti che li sostituiscano non se ne vede, uniti al disorientamento globale ed al malcontento diffuso, sta producendo, più che una discesa in campo, una “calata” di massa in politica amministrativa dei soggetti più disparati: furbi interessati, ambiziosi sciocchi, ingenui scopritori d’acqua calda, supposti padri nobili riesumati, intellettuali disorganici e soprattutto disorganizzati, sedicenti giovani giovanilisti, semplificatori del non semplificabile, e piazzisti di fumo in quantità.
Quello che intanto ne risulta è un inquietante scenario che sta nel giusto mezzo tra un Hyde Park pieno di oratori sulla cassetta, un Foro Boario, un Veglione di Carnevale e Villa Arzilla.
Chi pensa che la politica sia improvvisazione, che per amministrare “basti spinge’”, che non occorra leggere, studiare, applicarsi, rimettersi in discussione, dubitare e rinnovarsi, prende delle micidiali cantonate.
Con questi presupposti si rischia il parallelo librario: l’Italia è già il paese con più scrittori e con meno lettori d’Europa, sarebbe tragico constatare di aver raggiunto il numero massimo di candidati e quello minimo dei votanti.
P.S.
Ci rendiamo conto che esprimere questi pensieri può alienarci non poche simpatie ma, come ripeteva costantemente il maestro Sandro Curzi, un giornalista che non fa incazzare nessuno, di norma è un pessimo giornalista.