Nei primi anni di “Alto Gradimento” indimenticabile, per chi ha avuto la fortuna di seguirla, trasmissione radio degli anni 70/80 di Arbore e Boncompagni, faceva ogni tatto irruzione un personaggio (ovviamente di fantasia) che si proclamava rappresentante del C.E.S.S.O. (acronimo di qualcosa del tipo: Comitato Estemporaneo Studentesco Sociale Occupante) che stentoreamente annunciava: “Amo fatto l’assembblea e amo deciso all’unannimmità de fa’ n’antra assembblea pe’ ellegge’ la commissione che ha da decide l’ordine der giorno de ‘a prossima assembblea!”
L’esilarante personaggio ci è stato riportato alla mente dalla vicenda della mancata nomina del Direttivo dell’Ente Parco.
Qualche mese fa delineandosi la paralisi del Parco perché né la Comunità del Parco, né il Governo ha ancora nominato i membri del direttivo, sette sindaci elbani in assemblea chiedono alla Biancaneve del caso (il Sindaco di Capoliveri nonché Presidente della Comunità del Parco) di riconvocare urgentemente l’assemblea con all’ordine del giorno l’elezione dei membri del Direttivo. Passano alcune settimane e l’assemblea viene convocata, ma all’ordine del giorno non c’è l’elezione dei membri del direttivo, bensì l’approvazione del verbale della precedente assemblea, nella quale si chiedeva di procedere all’elezione dei membri del direttivo.
Ordunque invece di apprezzare la spiritosaggine istituzionale, visto che talvolta, nel loro piccolo, anche i sindaci s’incazzano, i magnifici sette scrivono al dilazionante collega-Presidente e presentano una richiesta di convocazione urgente che lo costringerà entro la fine di Aprile a convocare un’altra assemblea per eleggere questi benedetti membri (absit iniuria verbo).
Barbetti a quel punto che fa? Lancia un grido di dolore paragonando l’azione dei suoi colleghi nientemeno che a un “GOLPE”
Orbene, senza entrare più di tanto nel merito della vicenda ci siamo divertiti a fare “il film” dei presunti “golpisti dell’Enfola” acquattati nel campeggio dietro il ristorante di Manovello, pronti a portare l’assalto finale agli uffici della Comunità del Parco.
Ad assumere il ruolo di Ché Guevara, lo stratega della situazione, sarebbe certamente Simoni che ama pure citarlo: un po’ di barba lunga, un baschetto in capo e un sigaro tra le dita ed è uguale, come gemello separato alla nascita; di vedetta, senza nemmeno dirlo, il Peria mimetizzato da antenna telefonica come quelle del Puntale che aveva promesso di far rimuovere (cuccù …) nel 2009; Anna, esperta apri-varchi, con le cesoie di ordinanza al taglio dei reticolati; Vanno, che c’ha mezzo comune spesso sottacqua, per competenza, alla guida del mezzo anfibio; Ciumei alla cucina da campo (frittate, arrosti e pasticci, come lui non li fa nessuno); Galli, che è un ragazzo di numeri, al conteggio delle perdite, in partita doppia; Nadia, ultima attivata tra questi guerrieri duri e rotti (alla lotta) alle salmerie e alla croce rossa.
E quando caleranno le tenebre della notte prima dell’attacco, un canto all'inizio sommesso poi sempre più potente si leverà dal campo golpista:
“Venceremos, venceremos mil cadenas habrà que rumper/ venceremos, venceremos el Barbetti sabremos vencer!”