"Non ho parole", questa breve frase è contenuta in quasi tutte le testimonianze d'affetto e vicinanza che in tantissimi mi state manifestando per aiutarmi ad alleviare una tristezza infinita e per le quali ringrazio tutti dal profondo del cuore.
In queste ore a cavallo dell'alba, che erano le nostre preferite, perché avidi di tempo per scambiarci tenerezza e amore ci svegliavamo sempre prestissimo, io invece le parole per salutarti le voglio trovare, dolcissimo Andrea.
La prima è 'Grazie', per aver incrociato la mia strada, per essere entrato in punta di piedi nella vita della mia famiglia sgangherata portando la calma e l'organizzazione che ci mancavano, l'aiuto costante in tutte le questioni quotidiane e la gentilezza che ti era innata, per non avermi mai fatto mancare, finché hai potuto, il tuo splendido sorriso a due file di denti.
Nella vita incasinata e sovraccarica di impegni che mi sono creata, in contrapposizione alla tua, fatta di cose semplici ed essenziali nelle quali mettevi la massima cura, era difficile ritagliarsi dei momenti per stare da soli, ma noi ci riuscivamo e sapendo che erano preziosi, ne facevamo tesoro. Questa nostra abilità ci è stata utile nell'ultimo mese della tua vita terrena, breve e costellata da una costante sofferenza che credevamo ormai appartenere al passato, ma che in realtà ti aveva dato solo un'ultima piccola tregua.
Abbiamo trasformato la tua degenza all'ospedale nella nostra luna di miele. Soli, finalmente, lontani dai miei mille impegni quotidiani, in quel grande edificio pieno di dolore attraverso le cui immense vetrate scorgevamo ovunque giardini coperti di margheritine bianche, siamo riusciti a godere semplicemente della presenza l'uno dell'altro, delle nostre frequenti trasgressioni tacitamente tollerate da dottori e infermieri, dal continuo scambio di attenzioni e tenerezza, delle visite dei tuoi amici che ogni volta ti davano un'immensa gioia.
Non sapremo mai in quale momento la tua anima buona, gentile e tormentata abbia deciso di liberarsi da quel corpo esile e perfetto che mi piaceva tanto, ed evolversi, ma sappiamo che lo ha fatto nel modo più doloroso e terribile che si possa immaginare, mangiato da dentro, fino a non avere più carne ma solo unghie e denti con i quali aggrapparsi ancora un po' alla vita, e quegli occhi, sempre più assenti, che hai usato per comunicare quando le parole non ti uscivano più dalla gola.
È dura per me, non posso negarlo, annaspo per riprendere un ritmo di vita normale, il dolore arriva a ondate che mi travolgono senza preavviso, immobilizzandomi nel pianto, senza darmi alcuna possibilità di continuare a fare qualsiasi cosa stessi facendo, ma se mi fermo e ascolto il cuore, so che per te ora il dolore non c'è più, che i nostri affanni non ti riguardano più, che sei un passo avanti a noi e mi sento onorata e grata per aver avuto la possibilità di starti vicina fino all'ultimo respiro, d'averti accompagnato a quella porta misteriosa che nasconde l'aldilà dove amo pensare che per te sia iniziata una nuova avventura piena di luce e di quella pace che meriti e di cui sulla terra hai potuto assaporare solo piccole gocce.
Tati