Non credevo ai miei occhi, mi sono precipitato davanti al primo specchio utile per vedere se per caso quella barbaccia bianca non avesse ripreso il suo antico colore corvino, ho guardato il calendario e mi sono dovuto arrendere all'evidenza: non stavo in un "ritorno al futuro", non ero nel pieno del ventennio 70/80: il comunicato che stavo leggendo era proprio dei nostri giorni, 2014 o Anno Primo dell'Era Renziana come studieranno i nostri pronipoti.
E a rileggere "falso rudere sequestrato dal CFS a Capoliveri" giuro che una lacrima di nostalgia mi è spuntata sul ciglio, nel ricordo di quei tempi eroici in cui in particolare salendo da Mola, ovvero varcando i confini della realtà, si poteva trovare di tutto: autobus (!) condonati e rifatti in muratura, villette e chalet marini costruiti dentro capannoni di lamiera che, op-là!, caduto nottetempo il ferreo involucro, splendevano al sole del mattino, "residence" per suini e pollame, castri, trogoli e bozzere, che per incantamento diventavano alberghi da 30 camere, centinaia di metri quadri concessi come volumi tecnici a campeggi della dimensione di due sputi, e soprattutto loro, i misteriosi sassi vaganti, che si montavano e si smontavano, per trasferirsi altrove, e costituire dei ruderi assolutamente freschi di giornata (ovviamente da riedificare più belli e splendenti che pria), che però trovavano frotte di probi cittadini pronti a giurare che quella costruzione là ci stava "... dai tempi del mi' antinonno" e molto altro ancora, il tutto sotto l'occhio della legge, vigile una volta sì e novantanove un po' parecchio assai di molto meno, e tutti o quasi vivevano pasciuti e contenti.
Tutti fuorché qualche rompicoglioni di ambientalista, qualche giornalista maldicente, o qualche cittadino testardamente e bizzarramente convinto che le leggi della Repubblica Italiana fossero in vigore pure nel Capo dei Liberi (sottotitolo: liberi di fare quel che cazzo ci pare)
Nel tempo le maglie purtroppo si strinsero Leggi Regionali, Parco e un pericoloso diffondersi di una brutta malattia la "sindrome da coscienza del territorio", presero a tagliare l'erba sotto i piedi ai "capo-liberisti cementizi" costringendoli ad aguzzare la mente, costringendoli a temperare le porcate o quanto meno a cercare di non farle troppo sudice.
Il gesto, forse un po' romantico, di questi quattro ultimi eroi, dimostra però che uno spirito indomito ancor non si è sopito. Grande ci dicono fu il loro impegno e il loro ingegno nella confezione del simil- antico; all'interno del rudere che non c'era, pare ci sia pure della vegetazione che non c'era, i sassi troppo poco vissuti parrebbero essere stati sottoposti ad una "cura di vecchiezza" con opportuni smerdamenti fangosi.
Un animo, un coraggio che se i fottutissimi "legalisti" dovessero tornare a perdere terreno e potere, potrebbe tornare a manifestarsi! Può essere che appena batterà alle porte la deregulation prossima ventura tutto un popolo, come un sol uomo si sollevi e torni l'età dell'oro capoliverese, e si scopriranno allora ruderi e ruderi da Laconella alla Corbella, e nel garrulo borgo, dopo la Festa del Cavatore, la Festa del Cavatore, la Festa dell'Uva, si organizzerà anche la Festa del Rudere, anzi del "rudero" per rispettare la filologia locale.
Amen
PS
(la foto - autentica - viene da Eboli, chissà se un giorno anche da noi ...)