Già da lunedì scorso erano giunti all’Elba, su incarico di una ditta lombarda, per effettuare una vendita, con il sistema del porta a porta, di apparecchi per la rilevazione della presenza di gas, monossido di carbonio e fumi all’interno delle abitazioni e nel solo settore ovest dell’isola erano riusciti, prima dell’intervento dell’Arma, a far firmare contratti d’acquisto di tali apparecchiature (costo unitario € 250) ad almeno 6 persone, di età compresa fra i 77 e i 91 anni.
Alcuni degli anziani, però, poco dopo l’acquisto, si sono rivolti ai Carabinieri della Stazione di Marciana Marina per lamentare le invadenti modalità di approccio e soprattutto una tecnica di vendita che in alcuni casi è rimbalzata tra la scorrettezza commerciale alla truffa bella e buona.
I militari hanno, quindi, rintracciato tempestivamente i cinque commessi viaggiatori- tutti provenienti dal Nord Italia e quasi tutti stranieri- per svolgere gli opportuni accertamenti su di loro e sulla ditta; accertamenti che si sono conclusi nell’immediatezza con la rescissione di alcuni contratti di vendita e la relativa restituzione del denaro e in due casi, emersi, però, solo il successivo, venerdì, con una denuncia per truffa aggravata per due piazzisti, uno di 19 e l’altro di 24 anni, guarda caso non nuovi all’esperienza giudiziaria di identica specie.
Gli accertamenti dei carabinieri hanno fatto emergere, infatti, non solo che l’azienda distributrice degli apparecchi, negli ultimi anni, benché con denominazioni societarie differenti, è stata molto spesso nominata nelle aule di tribunale di mezzo Nord-Italia, per fatti analoghi ma soprattutto che praticamente tutti i venditori hanno individuato potenziali clienti di età avanzata e quindi di fascia che potremmo definire “vulnerabile” e che nei due casi più gravi, nella presentazione del contratto, il prodotto commercializzato sarebbe stato dichiarato falsamente obbligatorio per legge, ingenerando, così, nell’anziano utente, un erroneo convincimento di dover aderire a una norma (quando non anche un inesistente pericolo).
E’ necessario evidenziare che l’attività dell’Arma, in questo caso, non ha a che fare né con la qualità degli apparecchi messi in vendita, né con la scelta commerciale di proporli a una cifra davvero considerevole, rispetto al prezzo medio riscontrabile in internet per analoghi prodotti, ma esclusivamente con la condotta dei singoli venditori che in alcuni casi sono andati ben oltre la chiarezza e la correttezza dovute, violando il codice penale.
Al di là del singolo caso, ma prendendo ulteriore spunto da esso (per il quale, qualora vi siano stati altri episodi oltre a quelli noti, si evidenziano sia l’attualità e l’efficacia del diritto di recesso, sia, ovviamente, la disponibilità a ricevere, presso qualsiasi caserma dell’isola, ogni tipo di segnalazione) l’Arma elbana consiglia sentitamente a tutti gli utenti contattati nella propria casa per una vendita diretta, di decidere l’eventuale acquisto con grande ponderatezza e possibilmente con il consiglio e la presenza di una terza persona (un convivente, un parente, un vicino), al fine di verificare l’uguaglianza tra l’esposizione orale dei contenuti del contratto e quest’ultimo, senza cedere alle eventuali insistenze e premure del personale addetto alla commercializzazione; rammentando che ogni commesso viaggiatore sa che anche se inizialmente autorizzato ad accedere al domicilio altrui per fare la sua proposta, in qualsiasi momento, qualora intervenga l’eventuale invito a lasciare l’abitazione, vi dovrà ottemperare con tempestività, per non incorrere in una violazione di domicilio.
In ultimo i Carabinieri rammentano che l’installazione di apparecchi di rilevazione del tipo descritto, benché possa essere considerata una scelta di indubbia utilità e salvaguardia all’interno di un’abitazione, non ha, comunque, al momento, alcun carattere di obbligatorietà di legge.