Paolo Magagnini, figura-simbolo della Pubblica Assistenza elbana passa la mano dopo 16 anni di guida della Pubblica Assistenza Croce Verde di Portoferraio. Lascerà il suo incarico (e di probabile conseguenza anche il coordinamento delle PP.AA. isolane) entro la fine di questo mese, a causa di una polemica sorta all'interno dell'associazione ma rimbalzata e amplificata su e da organi di informazione e social-network.
L'informazione è venuta dallo stesso interessato ion chiusura di una conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio di sabato, in cui Magagnini ha ripercorso i passaggi della precipitosa crisi.
Tutto ha fatto capo da un intervento dai toni molto accesi postato su Facebook da Alessio Bianchi dipendente della Pubblica Asssistenza, che protestava per il mancato imbarco su un traghetto della Moby, di un'autoambulanza con paziente a bordo, in una delle rare corse partite con il maltempo.
Era accaduto nello specifico che un paziente dimesso dall'ospedale piombinese dovesse far ritorno a Portoferraio barellato, ma il comandante del traghetto si opponeva al passaggio del mezzo e sul ponte garage con a bordo il degente, ed i protagonisti restavano a banchina in attesa del traghetto successivo (l'Oglasa di Toremar) che però per le avverse condizioni partiva per l'Elba in ritardo.
Ma Magagnini era in disaccordo con quanto espresso dal Bianchi sia per il metodo da questi usato per rendere noto il suo punto di vista, sia per per il testo contenuto nel post, ed a sua volta lo manifestava.
Accadeva però che (forse complice la generale poca simpatia riscossa dalle compagnie di navigazione) erano in moltissimi sul web a schierarsi dalla parte di Bianchi giungendo ad accusare Magagnini di essersi "schierato con i poteri forti".
L'amareggiato Presidente a quel punto ha voluto precisare ai mezzi di informazione alcuni punti, innanzitutto che, l’autombulanza non era condotta da un volontario "... ma da un dipendente della nostra associazione, stipendiato per tutta la durata del servizio" ed il Presidente della Croce Verde ha ribadito il suo giudizio negativo sulla reazione, a suo parere scorretta, verso il comandante Moby sulla sua pubblicazione su Facebook da parte di chi stava a banchina in servizio, non a titolo di personale volontarismo.
E le ragioni di questo giudizio - un semplice richiamo, è stato specificato, senza ripercussione alcuna sul rapporto di lavoro del dipendente - sono state articolatamente esposte da Magagnini: «Abbiamo firmato un regolamento con la Moby, Toremar, Regione, Capitaneria di Porto e con le altre istituzioni i cui termini sono chiari. Quando viaggiamo su Moby non possono stazionare in garage pazienti, a meno che con loro resti un medico o un infermiere che si assumano la responsabilità di quanto gli potrebbe accadere".
Ma il paziente del trasferimento oggetto della polemica - continua Magagnini - era in semplice dimissione, non c'era in atto alcuna emergenza.
"Sul medesimo traghetto nella stessa corsa - proseguiva - è stata caricata un’altra nostra ambulanza, dal momento che il paziente è potuto salire ai saloni. Nel caso specifico, inoltre, c’erano delle condizioni meteo particolari che sconsigliavano la permanenza del paziente in garage in presenza di numerosi camion.
Non voglio difendere nessuno - sembrava concludere Magagnini - tantomeno sto con i poter forti. Ma questo è il regolamento a cui hanno contribuito le stesse associazioni: è giusto rispettarlo».
Sembrava, perché era a quel punto che Paolo Magagnini dava la notizia di maggior rilevanza: quella relativa alle sue intenzioni di dimettersi. E lo faceva leggendo con la voce venata dalla commozione il testo di una lettera (che pubblichiamo a parte), nella quale, dopo aver accennato all'ultima vicenda, e ricordato alcune vicissitudini negative e positive registratesi in Croce Verde durante i 16 anni della sua guida, manifestava le sue intenzioni di disimpegnarsi. Vero è che Magagnini scrive un "a meno di clamorosi ripensamenti" che lascia almeno uno spiraglio di possibilità di tornare sui suoi passi, ma intanto le sue dimissioni pesano, non poco.