Paolo Gasparri auspicava il 1° agosto scorso su questa testata un tavolo, come quello messo in atto a Lucca, presso la Prefettura, al fine di concertare le “maniere migliori per garantire sia lo sviluppo economico che il riposo di chi si trova nelle località turistiche e non solo” e declinava con ammirevole puntualità i termini della normativa vigente in materia di inquinamento acustico, argomento che tiene necessariamente il campo in questa estate infuocata cui l’amministrazione comunale ha deciso di dare un’adeguata colonna sonora. Pochi giorni più tardi toccava a Danilo Alessi tornare sull’argomento, con una garbata replica ad una nota dell’assessore Marini, opportunamente invitato a non confondere la giusta vivacità che deve avere un centro turistico importante con la continua esplosione di momenti musicali in frenetica competizione sulla scala dei decibel e a prendere in considerazione almeno l’eventualità di evitare una loro sovrapposizione.
Residente come sono nel centro storico, posso testimoniare dell’assoluta legittimità delle aspirazioni di Gasparri e di Alessi, che naturalmente condivido, del resto con altre centinaia di persone, che in ogni altro modo possibile rispetto a quello dell’approdo ad una testata giornalistica – rivolgendosi all’Ufficio della Polizia Municipale, ai Carabinieri, alla Questura, formulando petizioni e protestando, talora anche vigorosamente, in diretta – hanno chiesto il rispetto del loro diritto al riposo.
Non dovrebbe essere così impensabile, per poteri che hanno nelle loro finalità istituzionali anche il mantenimento di un accettabile livello di qualità della vita dei cittadini, prepararsi all’estate interrogandosi sul grado di conciliabilità tra diverse esigenze e provvedere nel merito con un piano formulato possibilmente con il contributo di tutti gli interessati. Emergerebbe allora con una chiarezza che forse la contingenza mette in ombra che tra quanti invocano il riposo, ci sono malati, anziani, uomini e donne che non vanno in vacanza, bambini.
Rilevava anni or sono Gaspare Barbiellini Amidei come fosse sempre più difficile trovare sulla nostra isola quell’aura che pure sappiamo essere stata alla base della sue fortune turistiche e individuava uno dei suoi capitali nemici proprio nel dilagare dell’inquinamento acustico. Parlava, accoratamente, lo scrittore, di “notti offensivamente aggredite, sforacchiate e decibellate” e aspettava che “l’ultimo imbecille” se ne fosse andato a letto, “dopo l’impegno dispiegato nell’uccidere l’Elba”, per poter sperare di veder riapparire le nostre buone cose sacrificate a una voga caratterizzata troppo spesso da un mix micidiale di arroganza e volgarità.
Gianfranco Vanagolli
Presidente onorario di Italia Nostra Arcipelago Toscano