Nel XXI secolo grazie alla tecnologia non è affatto scontato che ad impossessarsi di oggetti hi-tech smarriti non si venga scoperti. Questo è il caso di un cittadino marocchino che due giorni orsono si trovava presso la spiaggia di Laconella ed ha notato e poi preso una pochette rossa che due turiste, probabilmente folgorate dalla limpidezza del mare ed impazienti di tuffarsi, avevano poc’anzi smarrito a pochi passi dalla loro auto, durante il trasbordo di alcuni bagagli.
All’interno della borsetta vi è uno smartphone e un secondo telefonino ma quando le ragazze si accorgono dell’ammanco e tornano al posteggio non trovano nulla.
Senza perdersi d’animo le due turiste si ricordano di aver incrociato pochi istanti prima una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile dei Carabinieri di Portoferraio, ancora nei pressi della spiaggia, alla quale si rivolgono per segnalare l’accaduto. A questo punto non resta altro che affidarsi alle applicazioni che permettono la geolocalizzazione, ovvero la possibilità di condividere con contatti scelti la propria posizione, rilevata dal GPS del dispositivo e di ritrovare lo smartphone in caso di smarrimento. Insieme ai Carabinieri attivano tale sistema e, dopo qualche attimo, ecco che viene visualizzato su una mappa, il puntino che indica il cellulare smarrito. Questo puntino si muove in direzione Portoferraio e quindi parte l’inseguimento virtuale.
Dopo una decina di minuti il puntino viene notato proprio al porto, nei pressi di una nave in partenza. L’intervento dei Carabinieri risulta determinante per il recupero dei due telefoni e della pochette, infatti i militari quando si sono resi conto di essere molto vicini, hanno utilizzato la funzione “Play Sound”, che fa sì che il cellulare smarrito emetta un suono ad alto volume e di durata fino a due minuti (anche se lo smartphone è in modalità silenziosa). Dopo una serie di squilli la storia si illumina del lieto fine per le due turiste che tornano in possesso di quanto smarrito. Meno lieto il finale per il cittadino extracomunitario, che qualora venisse proposta querela nei suoi confronti dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria di Livorno del reato di appropriazione di cose smarrite, con pena che può raggiungere un anno di reclusione.
Chi trova cose o valori smarriti, infatti, è tenuto per legge a consegnarle alle Autorità che devono provvedere al tentativo di rintraccio dei legittimi proprietari.
Compagnia dei Carabinieri di Portoferraio