Personale del Corpo Forestale dello Stato ha denunciato in questi giorni 5 persone alla Procura della Repubblica di Grosseto per il reato di caccia con mezzi non consentiti, sequestrando 13 animali da richiamo vivi, 5 fucili e numerosi tordi e merli abbattuti ed elevando 5 sanzioni amministrative per un totale di 1.550 euro.
I richiami vivi, per legge, devono essere muniti di un anello inamovibile, ovvero che non si possa rimuovere. Tramite l'anello l’esemplare viene identificato con un codice alfanumerico simile alla targa per l’auto che indica la provenienza e il possessore dell'animale.
La pratica di tagliare l’anello di identificazione, teoricamente inamovibile, permette di fornire di questa “targa” uccelli catturati illegalmente che così diventano detenuti lecitamente e quindi immessi a caro prezzo nel mercato. Chiunque detiene o utilizza richiami vivi con anello mancante o rimovibile commette pertanto un reato.
Durante i controlli numerose sono state anche le sanzioni amministrative elevate; la fattispecie più ricorrente è quella per caccia da appostamento fisso non autorizzato. Alcuni cacciatori infatti non provvedono a smontare a fine giornata l’appostamento temporaneo come previsto dalla norma.