Presenza di amianto nella fontanella di via Taddei Castelli a Rio nell'Elba, in pieno centro storico. E immediata chiusura della stessa, in attesa di ulteriori controlli e verifiche. Questo sarebbe l’unico punto dell’Elba (finora) ad aver rivelato la presenza di fibre di amianto nell’acqua potabile.
«Sono stato informato della circostanza soltanto ieri – ha commentato il sindaco Claudio De Santi - Ho già preso contatti con Asa per valutare il tipo d’intervento da intraprendere e per mappare l’estensione del fenomeno».
La denuncia è partita dal laboratorio fiorentino “Perunaltracittà” che ha messo in rete un report con tanto di mappatura degli impianti. E successivamente ripresa dai social. Sta di fatto, comunque, che la provincia di Livorno è quella che conta il maggior numero di chilometri di tubature in cemento-amianto.
Asa fa sapere che sono in amianto 417 chilometri di tubi su un totale di 3.553. In molti casi si parla di tubature adduttrici, cioè rami principali della rete che collega gli impianti di prelievo alle tubature secondarie che si trovano poi nelle vie.
«Ci stiamo organizzando per fronteggiare la situazione – continua De Santi – ma stando ai dati di cui sono in possesso la presenza di amianto è davvero molto esigua. Tuttavia questo non significa che non dobbiamo prendere provvedimenti e capire quale sia la fonte d’inquinamento».
Nelle prossime ore, comunque, il quadro dovrebbe essere più preciso nei suoi contorni e si potrà finalmente sapere sarà sufficiente sostituire le tubazioni con quelle più sicure in ghisa.
La notizia è esplosa anche su Fb. «Mi sento in dovere - scrive Cristina Berti, ex assessore alle risorse idriche dell’allora Comunità montana - di chiedere immediate spiegazioni in merito. Sarebbe opportuno un intervento immediato e il blocco totale di messa in circolo di acqua contaminata».