Un detenuto si è suicidato nel carcere di Porto Azzurro.
Da nostre informazioni risulta che la persona era lavorante e fra qualche giorno avrebbe goduto di un permesso per incontrare i familiari.
Il suicidio è sempre una scelta dai motivi imperscutabili, ancor più quando ci si trova in situazioni di vita complicate.
Eventi come questi devono farci riflettere. E' l'ennesima conferma che il carcere non è luogo dove sia possibile affrontare problematiche che non sempre vengono alla luce. Generalmente, si prestano attenzioni maggiori verso i nuovi giunti, ma questo vale anche per chi, come in questo caso, è in procinto di poter accedere ad una misura di esecuzione della pena alternativa al carcere.
Bisogna quindi rivedere talune modalità di attenzione alla persona, potenziando per esempio il lavoro delle figure psicopedagogiche, segnate negli anni dai tagli governativi.
E' questa l'occasione per accelerare il progetto di rilancio del carcere di Porto Azzurro per il quale, sin dall'inizio, si è impegnato il Direttore e che vede coinvolti numerosi soggetti interni ed esterni all'amministrazione penitenziaria. Accelerare vuol dire anche maggiori fondi e partecipazione del territorio.
Nunzio Marotti
Garante diritti dei detenuti di Porto Azzurro