PORTOFERRAIO. Ultime riflessioni sui boati che hanno tormentato l'isola mesi fa, ma anche tempo addietro: dopo il geologo Morelli, che ha spiegato come non esista legame dei fenomeni con i terremoti, ora Giovanni Daveti, viceprefetto dell'Elba precisa: "Escluderei che i boati siano stati generati da pesca di frodo e non c'è stato alcun addestramento militare italiano nella zona segnalata dagli scienziati, dove si generano i boati". Ecco che la questione si chiarisce ulteriormente per elbani e non, e Morelli (istituto geofisico toscano) aveva specificato che si era trattato di qualcosa di simile alle esplosioni, tanto da generare intense onde sonore monocromatiche, deflagrazioni avvenute, secondo le registrazioni, a livello del mare (secondo il geologo circa 100 metri sopra o sotto, ndr). Ora il rappresentante del governo precisa che ha seguito la questione, stimolato, oltre che da articoli apparsi sulla stampa, dalla protezione civile La Racchetta, diretta localmente da Gian Mario Gentini. "Dopo l'ultimo episodio di qualche mese fa - spiega Giovanni Daveti - ho interpellato al Capitaneria di Porto e mi è stato confermato che non ci sono state azioni militari italiane in mare, per esercitazioni o simili interventi. Ho inoltre approfondito, per un mio scrupolo, ed anche i vertici militari di Roma mi hanno confermato. Pertanto si può escludere una esercitazione da parte di forze italiane. A Bastia c'è una base aerea, talvolta, si può ipotizzare, che certi caccia supersonici siano passati dalla parte del sud ovest elbano, a quota bassa. In passato, in altri luoghi, ho assistito ad esercitazioni e tali mezzi volano anche a 30-40 metri dalla superficie del mare, ed ecco se ciò fosse avvenuto si potrebbero essere generati bang supersonici. Tutto da verificare, ma in ogni caso ora tra studi e ricerche la faccenda pare sempre più definita. La pesca di frodo? Giusta la deduzione degli scienziati, ma sarebbe stata notata e scoperta".
S.B.