Legambiente procede a riepilogare la vicenda dei boati avvertiti nell'arcipelago anche alla luce della nuova documentazione acquisita: "Il 20 settembre 2012 -scrivono gli ambientalisti - ElbaReport.it aveva pubblicato un’intervista a Marco Morelli, geologo responsabile dell'istituto geofisico toscano, sui boati e i successivi tremori segnalati all’Elba a maggio e che avevano fatto temere in episodi sismici. Ma secondo Morelli «Sono esplosioni, tipo cannonate, non terremoti, i fenomeni che tutti hanno sentito e tutto ciò fa pensare a due ipotesi, da verificare. Potrebbe trattarsi di deflagrazioni come quelle delle prodotte dai pescatori di frodo o derivanti da esercitazioni militari. Difficile pensare ad altro. La zona in cui si sostanziano è nel mare a sud-ovest dell’Elba». Morelli aggiungeva: «Tali fenomeni innescano onde monocromatiche differenti dai terremoti, onde sonore che si sviluppano da un punto specifico, più o meno a livello del mare secondo i nostri rilevamenti. Escludiamo quindi boati di aerei supersonici perché volano alti e sarebbero stati registrati dalla stazione sismica di Bastia, ma ciò non è avvento».
Questi boati e tremori vengono segnalati da anni in una vasta area di mare a sud-ovest dell’Elba, verso la Corsica e Pianosa (ma non solo) ed anche Legambiente aveva segnalato più volte la contemporanea presenza di navi della Nato e chiedeva nuovamente che «Venga fatta piena luce sulla natura e sul motivo di queste esplosioni e di altre “esercitazioni” all’interno delle aree protette e che questo tipo di “esercitazioni” che provocano onde sonore non venga più realizzato all’interno del Santuario che dovrebbe proteggere i cetacei».
Il 26 settembre interveniva sulla questione il viceprefetto dell'Elba Giovanni Daveti contraddicendo Morelli: «Escluderei che i boati siano stati generati da pesca di frodo e non c'è stato alcun addestramento militare italiano nella zona segnalata dagli scienziati, dove si generano i boati. Dopo l'ultimo episodio di qualche mese fa ho interpellato al Capitaneria di Porto e mi è stato confermato che non ci sono state azioni militari italiane in mare, per esercitazioni o simili interventi. Ho inoltre approfondito, per un mio scrupolo, ed anche i vertici militari di Roma mi hanno confermato. Pertanto si può escludere una esercitazione da parte di forze italiane. A Bastia c'è una base aerea, talvolta, si può ipotizzare, che certi caccia supersonici siano passati dalla parte del sud ovest elbano, a quota bassa. In passato, in altri luoghi, ho assistito ad esercitazioni e tali mezzi volano anche a 30-40 metri dalla superficie del mare, ed ecco se ciò fosse avvenuto si potrebbero essere generati bang supersonici. Tutto da verificare, ma in ogni caso ora tra studi e ricerche la faccenda pare sempre più definita. La pesca di frodo? Giusta la deduzione degli scienziati, ma sarebbe stata notata e scoperta».
Ma la Protezione Civile dell’Elba ha segnalato che, alle 17.30 di giovedì 27 Settembre nell’Elba Sud-occidentale, è stato nettamente percepito da molte persone un nuovo “boato” simile per intensità quelli uditi a maggio ed in altre occasioni precedenti nelle stesse zone, ed apparentemente proveniente dalla medesima area marina a Sud dell’Elba, in pieno Santuario dei Cetacei. E Legambiente scrive: «L’evento di oggi ci convince a ribadire le nostre richieste di chiarimento sull’origine di questi fenomeni, a partire dal fatto che le “spiegazioni” fornite dal Signor Prefetto Vicario più che spiegare hanno confuso la situazione. Gli esperti di questi fenomeni avevano infatti parlato di “onde monocromatiche” che non possono quindi spiegate con “bang supersonici” di fantomatici jet francesi a bassa quota. Come dire che l’origine dei boati, non essendo sismica né riconducibile ad aerei, deve necessariamente avere natura esplosiva. E’ anche abbastanza inverosimile che, in condizioni meteorologiche perturbate come quelle della serata del 27 settembre, un jet militare francese abbia superato il muro del suono a bassissima quota sul mare. L’altra ipotesi sarebbe quella di prospezioni sismiche alla ricerca di gas e petrolio, ma ci risulta che le concessioni di questo tipo date alla multinazionale australiana Key Petroleum siano state bloccate dopo la prima fase di prospezione, e le proteste e le manifestazioni che portarono il governo a annullare il proseguimento di ogni attività di questo tipo nel Santuario dei cetacei a sud dell’Elba, tra Pianosa e Montecristo».
Gli ambientalisti isolani si confrontano con quanto ha rivelato Daveti: «Che la Marina Italiana escluda sue manovre ed esercitazioni in atto (quando si verificarono i precedenti “botti” di maggio), ci fa sorgere solo la successiva domanda: dato che è impossibile che un qualche pescatore di frodo abbia deciso di suicidarsi con cariche la cui deflagrazione si ode a decine di miglia di distanza, allora chi ha provocato le esplosioni?. Anche perché una qualche esercitazione nel Tirreno c’è stata, dal 14 al 28 maggio anche secondo la stessa Nato ed ha coinvolto forze italiane, francesi e spagnole comprese 14 unità navali, tra le quali l’italiana Its Alghero e il cacciamine spagnolo ESPS Segura» (nella foto del Nurc le due navi durante le esercitazioni)
In effetti in un comunicato del primo giugno 2012 il Comando alleato marittimo Nato di Napoli scrive che dal 14 al 28 maggio lo Standing Nato Mine Counter Measures Group 2 (Snmcmg2) ha partecipato all’Italian Minex 12 (Ita-Minex 12), un’esercitazione annuale diretto dal Mom force Command della Mrna Militare Italiana (Comfordrag)». Inoltre il Comando Nato aggiunge che «Snmcmg2 viene mantenuto ad “hig-readness” e può essere dispiegato come richiesto dall’Alleanza anche a distanza strategica. Si compone di navi di varie nazioni alleate che operano insieme per tutto l’anno e partecipano come mine-countermeasure force a numerose esercitazioni condotte dall’Alleanza. Il compito primario è quello di difendere le rotte marittime dalla minaccia delle mine subacquee. Come compito secondario il gruppo raccoglie dati importanti per l’ambiente e il fondale marini, il che contribuisce alla ricerca scientifica».
(vedi http://www.manp.nato.int/news_releases/mcnaples/pressreleases12/NR_39_12.html)
Legambiente Arcipelago Toscano conclude: «La nostra preoccupazione è che dietro queste misteriose e ricorrenti deflagrazioni e tremori ci siano test “sotto copertura”, d’altronde l’Arcipelago Toscano ha già conosciuto esperimenti militari come quelli che si compivano a Pianosa anni fa sotto l’egida della Nato, dove era stata attrezzata una base “riservata” che fu poi smantellata in una notte dopo il naufragio dell’Alliance, che batteva bandiera tedesca. La popolazione elbana ha il diritto di sapere se questi boati ed onde sonore monocromatiche dipendano da test militari o civili o da altre cause, tanto più perché si verificano in aree marine protette tutelate da un trattato internazionale. Per questo sarebbe bene capire dai nostri vicini francesi se esistano loro esercitazioni aeree o navali che possano suffragare le ipotesi avanzate dal Signor Prefetto vicario».
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano